Pasquale Spagnoletti* L'istituzione di Centri per
l'Istruzione degli adulti determinerà l'immediata e automatica perdita
della titolarità delle cattedre di tutto il personale docente dei corsi
serali delle scuole superiori
Il recente regolamento sull'istituzione dei centri d'istruzione per
gli adulti determinerà per tutto il personale docente dei corsi serali
delle scuole superiori, la perdita delle titolarità della cattedra e il
conseguente inevitabile trasferimento coattivo ad altra destinazione
nell'immediato o nel breve periodo.
Infatti, l'organico del centro sarà solo di tipo funzionale. Ciò
significa che gli insegnanti, saranno prestati al centro
dall'istituzione scolastica in cui rimangono incardinati, avendo perso,
però, la titolarità della cattedra. Non si specifica quali conseguenze
ciò comporterà a livello di quadro organico del personale docente
all'interno delle singole scuole. Con inevitabile perdita di posti di
lavoro per il personale precario della scuola.
Ma se l'attività didattica dei centri per l'istruzione degli adulti continuerà
a essere svolta dalla stessa scuola, (art. 4 comma 6) con docenti
prestati a seconda delle contigibili esigenze, non si comprende quale
sia il senso dell'istituzione di una nuova istituzione scolastica, priva
di una sede fisica e di personale proprio.
La spending review nella scuola pubblica Italiana è risalente nel tempo, l'aumento del numero minimo degli alunni per classe
ha determinato da tempo una riduzione degli organici del personale
docente ed una conseguente detrimento della qualità dell'offerta
formativa.
Nel campo dell'istruzione degli adulti ciò ha prodotto una riduzione
del 30% dei corsi. Emblematiche sono le questioni aperte anche in
termini di contenzioso, che hanno portato tra le altre ad una sentenza
del TAR Sardegna che nel giugno del 2011, ha condannato il MIUR e l'USR
al ripristino dei corsi serali (non concessi per le classi 1°, 2° e 4°
dei corsi serali per lavoratori della Sardegna) per eccesso di potere
per mancato rispetto del contenuto
di norme e illogicità manifesta, carenza di motivazione, disparità di
trattamento ed arbitrarietà dell'azione della pubblica amministrazione.
La strategia è proseguita, proprio nel campo dell'istruzione degli
adulti, con la scelta operata in sede di legge finanziaria del 2007, che
al comma 632 dell'art. 1 ha istituito il centro provinciale per
l'istruzione degli adulti, con l'intento di sostituire i Corsi serali.
La legge citata nell'attribuire ai Centri provinciali per
l'istruzione degli adulti autonomia amministrativa, organizzativa e
didattica, riconosce ad essi "un proprio organico distinto da quello
degli ordinari percorsi scolastici, da determinare in sede di
contrattazione collettiva nazionale". Il decreto ministeriale Fioroni
del 2007, nel ribadire gli stessi concetti, afferma solo nella norma di
chiusura (art. 9 "disciplina transitorie") che nella fase di prima
applicazione e fino all'entrata in vigore dei regolamenti richiamati,
l'organico dei centri ha carattere funzionale.
I tecnocrati dell'attuale Governo nel formulare il regolamento hanno
stabilito a titolo definitivo che la dotazione dell'organico sia di tipo
solo funzionale, in quanto "i percorsi d' istruzione relativi agli
istituti tecnici, agli istituti
professionali e ai licei artistici, sono realizzati dalle istituzioni
scolastiche presso le quali funzionano i percorsi di istruzione tecnica,
professionale e artistica, rimanendo in esse incardinati".
Mentre la legge faceva riferimento alla contrattazione collettiva per
la determinazione dell'organico dei centri, il regolamento, violando
così la norma primaria in materia, ha bypassato la disposizione,
disponendo a titolo definitivo di materia soggetta alla contrattazione.
Solo già per tale ragione il regolamento approvato non può non apparire
illegittimo.
La ragione di una struttura burocratica priva di proprio personale,
al di là delle belle parole, sottende l'intenzione di risparmiare sul
costo del personale, con scopo liquidatorio dei corsi serali. Un
burocrate unico su base
provinciale al posto del normale dirigente scolastico, che determinerà
il numero delle classi e conseguentemente il personale necessario anno
per anno.
In primo luogo questo si tradurrà in un peggioramento della qualità dell'insegnamento dei corsi serali, inferendo così un colpo mortale al principio della continuità didattica, poiché il personale docente di ruolo stabilmente
inserito, anche da tempo, nell'organico dei corsi serali, privato della
propria cattedra, sarà indotto a trasferirsi , per non trasformarsi in
personale destinato a colmare il peso stagionale.
Nel corso serale che mi riguarda, si sono già perse in modo quasi
definitivo le classi prima e seconda, ma anche per l'anno prossimo
esiste un numero d'iscritti sufficiente a garantire la conservazione
delle altre tre classi, secondo l'ordinamento previgente.
Ma per la formazione delle classi nel Centro, essendo prevista anche
una riduzione delle ore del corso (30% ), la fruizione a distanza di una
parte del percorso, il riconoscimento ampio dei crediti formativi, la
personalizzazione del percorso di studio anche nell'anno scolastico
successivo, l'articolazione della classe per livelli, quante cattedre si
conserveranno?
Sulla riduzione delle ore, che per i corsi serali sono già ridotte
rispetto ai corsi del diurno (25 invece di 32) l'ulteriore riduzione
prevista non appare giustificabile alla luce dei bei principi esposti in
altre parti del regolamento e
si pone in contrasto con quanto espresso, dal Consiglio nazionale della pubblica Istruzione con il Parere prot. n. 6056.
Infatti, limitatamente ad altre ipotesi già il Consiglio Nazionale
della Pubblica Istruzione aveva espresso perplessità sulla riduzione
dell'orario complessivo annuale delle lezioni degli istituti tecnici e
professionali: " non si evincono né i criteri ai quali si era attenuta
l'Amministrazione nella individuazione delle materie fatte oggetto della
riduzione oraria, né i motivi che avevano indotto la stessa
Amministrazione a sottrarre ore d'insegnamento". Tali considerazioni
bene si attagliano a quanto previsto dal regolamento in questione.
"In questo modo l'Amministrazione ha tradito gli alunni nel loro
diritto alla continuità educativa e li costringe a patire la
provvisorietà e la precarietà di provvedimenti che appaiono estranei
alla funzione istituzionale della scuola".
*Corso Serale - Istituto Carafa di Andria - materie giuridiche
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