Di Paola
Frau membro del Coordinamento Insegnanti Cagliari
Le risposte sono diverse: la scuola non da un prodotto immediatamente visibile e suscettibile di valutazione monetaria, e in una cultura impoverita la valutazione che interessa maggiormente, non è quella che rileva le competenze, le eccellenze, le opportunità di sviluppo, le basi del futuro di un Paese; in una cultura impoverita dall'ignoranza e ottusità dei governanti ciò che conta è il valore monetario del prodotto. Perciò ci si è persi nell’impossibilità di dare valore monetario al risultato del lavoro dentro le scuole italiane. Pensiamo a frasi come "la cultura non si mangia "e altre amenità del genere. Così anno dopo anno i tagli maggiori hanno toccato la scuola, riducendo ai minimi termini finanziamenti per il funzionamento didattico con l'alibi dell'autonomia, autonomia che, di fatto, è rimasta solo sulla carta. Le politiche di riforma della scuola sono state mascherate da tentativi morettiani di "aziendalizzare la scuola" o da "innovazioni epocali" gelminiane , mentre di fatto si sono ridotte a miseri cambiamenti di denominazione dei corsi, tagli operati senza logica al numero di ore di una materia o del totale di ore settimanali di lezione. Tutto questo mentre si è continuato a dirottare risorse verso le scuole private. Un Paese che non cura i luoghi fisici e ideali in cui si formano le coscienze civili, in cui si diffondono i saperi rendendoli fruibili a tutti indistintamente ,luoghi in cui si opera per l'integrazione , l'accoglienza , il rispetto reciproco ,e nei quali si costruiscono le fondamenta della formazione e dell'educazione dei giovani , è un Paese senza futuro. Nessuno ha protestato davanti a simile scempio, non le famiglie degli studenti , non i docenti e il resto del personale della scuola . Per questo è in uso da sempre l'abitudine a colpire noi che lavoriamo nella scuola. Tagli alle classi e alle ore di lezione , o proposte di aumento dell'orario di lezione per i quali il personale delle scuole pubbliche perde il posto di lavoro . Blocco degli scatti di anzianità e stipendi non adeguati. Contributo obbligatorio del 2,5 % sul trattamento di fine rapporto , non dovuto e che non sarà mai restituito. E ora il balletto delle 24 ore si, 24 ore no ! Un'evidente azione diversiva per distogliere l'attenzione da altri pesanti provvedimenti che continueranno ad impoverire la scuola pubblica, fino all'annientamento , azione ancora più grave e pesante se viene praticata da un governo di cosiddetti "professori" . Nella scuola si sono visti raramente movimenti di protesta unitari e per questo motivo i governi passati e quello in carica hanno confidato sulla silenziosa sofferenza del personale della scuola , sull’indifferenza delle famiglie . Spesso sono stati i giovani a dare lezioni a noi adulti con i loro movimenti di protesta , ma non sono stati mai presi sul serio ! Ora credo sia arrivato il momento di smettere questi atteggiamenti remissivi, smettere di stare proni di fronte allo scempio della nostra scuola. Non avremo speranze se continueremo ad adattarci , a sperare che il governo ci ripensi , se continueremo a restare divisi . Poiché siamo prima di tutto educatori, c'è da chiedersi: che valori trasmettiamo ai giovani se non siamo capaci di difendere i nostri diritti?
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