Noi sottoscritti firmatari, docenti del Liceo Classico e
Linguistico “E. Piga” di Villacidro, esprimiamo profonda indignazione di fronte
ai tentativi ministeriali di stravolgere struttura e regole poste a fondamento
di un settore vitale per la società quale è l’istruzione.
Rigettiamo come irricevibile la proposta della “legge di stabilità”, volta a
estendere in maniera unilaterale l’orario di lavoro dei docenti della scuola
secondaria con un’operazione senza precedenti per metodo e contenuto che,
negando la disciplina contrattuale, oltre a presentare profili di
incostituzionalità, cela il chiaro obiettivo di svilire il ruolo sociale
dell’insegnante pubblico.
Rinviamo al mittente le dichiarazioni intrise di superficiale populismo e
disinformazione sul carico lavorativo dei docenti, nonostante i dati di segno
opposto forniti dagli organismi internazionali, che quantificano il servizio
in aula dei docenti delle scuole secondarie italiane come...
maggiore di quello
mediamente in vigore in Europa, con impegni interni ed esterni all’aula non
inferiori a 1600 ore annuali, cui sommare altre attività pagate
forfettariamente e in maniera spesso irrisoria rispetto all’impegno profuso.
Denunciamo ancora una volta come il salario non sia affatto corrispondente a
quello dei nostri colleghi d’oltralpe, mentre si sbandiera ai quattro venti la
nostra adesione ai parametri europei.
Contestiamo quattro anni di blocco degli stipendi, senza più rinnovo
contrattuale e l’abolizione ormai sine die degli scatti di anzianità.
Tutto ciò mentre gli investimenti per la scuola pubblica vengono tagliati di
anno in anno e la spesa per alunno di scuola secondaria di secondo grado (9.076
€) risulta essere, in Italia, già dal 2009, al di sotto della media OCSE pari a
9.755 € e alla media EU21 di 9.666.
Riteniamo i contenuti del Ddl 953 appena licenziato dalla VII Commissione
della Camera dei Deputati, lesivi dei diritti e dei principi costituzionalmente
garantiti di libera espressione e di rappresentanza all’interno delle
istituzioni scolastiche.
Esprimiamo dissenso per l’eliminazione di fatto e di diritto degli articoli del Testo
Unico, posti a garanzia della democratica partecipazione alla vita scolastica
di tutte le componenti.
Contestiamo la proposta di statuti e regolamenti interni alle singole scuole
esposti all’arbitrio dei pieni poteri della dirigenza e degli organi di
indirizzo.
A noi appare quanto meno incredibile che al Consiglio dell’autonomia,
che cela l’erosione di diritti e prerogative, venga garantita la possibilità di
variare non solo lo statuto dell’istituzione scolastica, ma anche le modalità
di elezione, sostituzione e designazione dei propri membri, oltreché il diritto
di individuare i componenti del nucleo di autovalutazione. La designazione di
personale esterno all’istituzione scolastica in tale organismo, con
superficiale riferimento a competenze possedute, fornisce, di fatto, a
personalità giuridiche estranee la possibilità di esprimersi
indiscriminatamente sulla valutazione del sistema scolastico, senza nessun tipo
di garanzia di neutralità reale e giuridicamente esplicitata.
Inaccettabile appare l’integrabilità del Consiglio con figure esterne, che
concederebbe potere di interferenza da parte di enti e forze esterne,
autorizzate a indirizzare a proprio favore le attività didattiche di una
scuola, nata per perseguire la formazione del cittadino più che per poco nobili
finalità individuali. Tali entità esterne all’interno dell’apparato scolastico,
nella sua forma diffusa, porterebbero a limitare l’imparzialità
dell’amministrazione e l’esclusività di servizio alla Nazione cui è tenuto il
personale della scuola (artt. 97 e 98 della Costituzione) e, in
sostanza, alla riscrittura dello stesso dettato costituzionale.
Appare, altresì, grave
il contenuto dell’art. 6, per mezzo del quale si delimita l’ambito di
intervento del Consiglio dei docenti alla pura attività didattica, eliminando
di diritto le residue possibilità di consultazione ed elezione. In realtà ogni
singola espressione del Ddl 953 presenta attacchi alle prerogative democratiche
previste per gli organi collegiali, divenuti ormai una delle ultime roccaforti
dell’esercizio della democrazia di base, verso cui tanto ostili oramai si
mostrano i governanti del nostro Paese.
Riteniamo che l’entità dell’attacco alla dignità dei
docenti, al loro lavoro, al loro impegno professionale e umano, al di là di
qualunque possibile rimozione delle norme contenute nella legge di stabilità,
solo per il fatto di essere stato concepito in maniera frettolosa e
superficiale, pubblicizzato in modo fin troppo tempestivo e altrettanto
frettolosamente ritirato, rappresenti un atto offensivo che deve essere
fermamente discusso e contestato.
L’intero impianto
normativo, che tenta di smantellare le fondamenta stesse del diritto
costituzionale a una educazione del cittadino libera, gratuita e statale, deve
essere rigettato in
toto.
Noi siamo fermamente
convinti che il futuro di una
società non risieda nella ridicola, generica e rapida approvazione di nuovi
contenuti d’insegnamento dal vago sapore patriottico, quanto in una più
tempestiva assunzione di provvedimenti seri, ponderati, condivisi con le varie
professionalità qualificate del settore e di consistenti stanziamenti
finalizzati al miglioramento della qualità di tutti gli strumenti necessari al
progresso e alla crescita etica e culturale della Nazione, così come
prospettata dai padri della Costituzione.
Ribadiamo a gran voce che la scuola è e deve rimanere
fucina di idee, cultura, confronto democratico e non un arido luogo in cui
piegare a interessi particolaristici e acritici gli strumenti del sapere.
Invitiamo, pertanto,
docenti, dirigenti e lavoratori della Scuola ad unirsi a noi in ogni possibile
e legale forma di protesta.
Aderiamo, dunque, allo stato di agitazione e
invitiamo genitori, alunni e cittadini a sostenerci nella difesa della Scuola
Statale dagli assalti condotti in nome di una miope politica economica e frutto
di una cosciente azione di delegittimazione.
La nostra azione di
protesta, ben lungi dal voler danneggiare la scuola, propone un rinnovamento
culturale, affinché i cittadini tutti si riapproprino del valore fondante
dell’istruzione pubblica, rifiutando categoricamente la trasformazione di essa
in un puro diplomificio, mortificante per gli alunni, i genitori e gli
operatori del settore.
I docenti firmatari,
chiamati attraverso un referendum interno all’Istituto a pronunciarsi su una
serie di quesiti relativi alle varie iniziative da adottare, manifestano la
propria volontà - condivisa da ben oltre la metà dei colleghi interpellati – di
dar vita a forme di protesta congiunte e alla pubblicizzazione e condivisione
sul territorio dello stato di agitazione in corso.
Si sottolinea altresì
che la partecipazione dei docenti a una qualsiasi delle azioni di seguito
riportate è espressione della piena, convinta e sovrana libertà di scelta che
promana da ogni singola coscienza deliberante.
·
Sospensione da parte dei docenti di tutte le
attività aggiuntive, non obbligatorie (coordinatori di dipartimento, di classe,
referenti di commissione, responsabili di laboratorio, ecc.)
·
Rifiuto dell’incarico fisso di verbalizzatore
(turnazione delle verbalizzazioni)
·
Sospensioni delle funzioni strumentali
·
Blocco delle attività extrascolastiche (gite,
viaggi di istruzione)
·
Sospensione progetti, attività di
valorizzazione delle eccellenze, certificazioni.
·
Sospensione delle attività didattiche quali
corsi di recupero, corsi integrativi, ecc.
·
Sospensione delle ore disponibili a pagamento
per sostituire i colleghi assenti
·
Promozione di una rete di scuole sul
territorio del Medio Campidano che vogliano impegnarsi in questa direzione
·
Attivazione di iniziative che coinvolgano
studenti e genitori, distribuzione di materiale informativo
ed esposizione di segni che rendano visibile la protesta
·
Monito alle diverse rappresentanze politiche
che non saranno sostenuti quegli esponenti che si facessero carico della
responsabilità di approvare l’art. 3 del DDL stabilità 2013 che innalza a 24
ore l’orario di servizio dei docenti
..seguono le firme
Villacidro, 19 novembre 2012
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