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sabato 8 dicembre 2012

Censis: 2012, fuga dall'università. Si rivaluta l'istruzione tecnica

Più iscritti nelle facoltà scientifiche, mentre i nuovi Its sono stati presi d'assalto, e sono riusciti ad accogliere solo il 39,5% delle richieste. Cresce l'internazionalizzazione delle scuole: il 68% dei dirigenti ha partecipato negli ultimi cinque anni a iniziative all'estero di ROSARIA AMATO

ROMA - La disoccupazione colpisce soprattutto i giovani, e i giovani ne stanno traendo le prime conseguenze: le immatricolazioni all'università sono calate del 6,3% nel 2010-2011 e del 3% nel 2011-2012. La riduzione interessa soprattutto i corsi di laurea di tipo umanistico-sociale, il cui "peso" passa tra il 2007 e il 2010 dal 33% al 29,9% delle immatricolazioni, mentre quelli di indirizzo tecnico-scientifico registrano un +2,7% (la loro quota passa dal 26% al 28,7%). L'interesse verso i percorsi di tipo tecnico non si limita però all'università: le Fondazioni Its (Istituti Tecnico Superiori), attivate nello scorso anno scolastico, sono state praticamente prese d'assalto..., infatti è stato possibile soddisfare solo il 39,5% delle richieste, con picchi del 51,6% nelle regioni centrali e minimi del 22,8% in quelle meridionali. Ancora di minoranza la presenza femminile, ferma per ora al 24,3%.

E d'altra parte ormai indagini su indagini confermano che le qualifiche tecniche di alta specializzazione sono le grandi assenti nel nostro mercato del lavoro: nel 22,4% dei casi le aziende considerano tali figure "di difficile reperimento", mentre il dato medio per le altre figure professionali si ferma al 19,7%. Nel 2011 le competenze tecniche risultavano tra le più richieste dal mercato: con la previsione di oltre 100.000 assunzioni, pari al 17% di quelle previste nell'anno, la loro domanda ha registrato un'ulteriore crescita rispetto al 2009, con un incremento del 15,4%. E' il settore che presenta la più alta incidenza di giovani: gli under 35 costituiscono il 26,3% del totale.

L'altro forte aspetto di innovazione delle scuole è l'internazionalizzazione. Nonostante i pochi finanziamenti e le difficoltà burocratiche (denunciate dal 46,8% delle scuole) ormai mandare i propri studenti all'estero per un anno o qualche mese di scuola o per un tirocinio (76,6%) o anche mandarci degli insegnanti per aggiornamento professionale (38%) è diventata un'esperienza di routine per la stragrande maggioranza delle scuole italiane. Infatti il 68,1% dei dirigenti scolastici delle scuole medie superiori dichiara di aver partecipato a un'iniziativa di questo tipo negli ultimi cinque anni.

Anche in questo caso, si registra il primato degli istituti tecnici, che vantano una partecipazione al 74%; seguono i professionali (70,5%) e infine i licei (64,5%). Almeno in questo siamo diventati europei: le scuole infatti hanno imparato a fare buon uso dei fondi dei programmi Comenius (57,4%) e Leonardo da Vinci (22,3%) oltre che del Fondo Sociale Europeo. Alle spese partecipano anche le famiglie, che hanno finanziato nella misura del 17,2% le iniziative di mobilità della scuola (in prevalenza quelle legate all'apprendimento delle lingue straniere).

Del resto l'interesse delle famiglie per la formazione all'estero ormai è forte: i giovani che hanno deciso di completare in una facoltà universitaria straniera il loro percorso di studi sono aumentati del 42,6% tra il 2007 e il 2010. 
(07 dicembre 2012)

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