giovedì 6 dicembre 2012

Luisa Genna (precaria storica)


L’apice dell’indignazione
La mente è affollata............ impregna di nozioni a volte quasi banali e altre astruse come prese da
manuale per “lo scienziato da premio nobel”.
La data x si avvicina si avviluppa sempre più sulle teste di migliaia di “sfortunati” che hanno scelto, ormai ventenni or sono (se non più) di intraprendere una professione tra le più belle e gratificanti. Il prendersi cura e veder crescere il discente nelle varie tappe della sua esistenza è qualcosa di incommensurabile che ripaga dello studio, dell’ impegno...
quotidiano di essere al “top” per far partire e gestire oculatamente la “sfida del sapere”.
In preda, a volte, ad attacchi di panico ci sottoponiamo ad ore ed ore davanti un monitor ed una tastiera in attesa che finalmente dal PC esca la schermata con le risposte esatte di una batteria di 3.500 test divisa in 70 moduli contenenti ognuno 50 quesiti. Esattamente come i test di preselezione per entrare all’università o iniziare un’altra professione; il Ministro e tutto il suo entourage si sono forse, distrattamente, dimenticati che noi docenti precari storici (quindi non più certo giovincelli) siamo già stati sottoposti a varie ed innumerevoli preselezioni e selezioni. Non si può pretendere e far credere che sia giusto il doversi ancora umiliare e martellarsi il cervello con questi assurdi e a volte anche offensivi test. Ad esempio nel Mod. 36 in una domanda si chiede di inserire delle lettere per formare parole di senso compiuto, bene abbastanza semplice, ma non capisco il motivo, che ha spinto queste insigne persone, di inserire la parola handicappato, forse avevano esaurito il vocabolario? Altre volte invece, nei brani di comprensione del testo si parla dello stress e delle sue cause, o si elogiano i test per misurare le capacità di ognuno. Dell’affaticamento e lo stress che provoca lo strare ore e ore davanti al PC non ne parla nessuno? Già perché il cartaceo per studiare un po’ più dignitosamente non ci è stato concesso almeno che spendi dei soldi per comprare dei file che dopo comunque ti devi andare a stampare con un esborso di denaro non indifferente. Trovare e ragionare dopo sulle risposte corrette è veramente un terno all’otto perché il tempo scorre veloce e la giornata è formata da 24 ore compresa la notte che serve per riposare e recuperare energie. In teoria, ma in pratica se vuoi provarci devi almeno studiare 10 ore al giorno, come ti consigliano alcune case editrici (che hanno già incassato con questo giochetto non so quanti mila euro) e ti suggeriscono anche di assumere una baby-sitter per i figli o farsi aiutare dai nonni e perché no trovare delle scuse per non recarsi al lavoro o pseudo tale (chi è incastrato nelle G.E. non può permettersi, se lavora di giorno in giorno, neanche la malattia reale altrimenti perde punteggio). Inoltre ormai, la Scuola Pubblica che riceve dallo Stato sempre meno finanziamenti, per fare quadrare i conti costi quel che costi, preferisce non chiamare supplenti e dividere i bambini per le altre classi oppure chiedere all’insegnante titolare di sostegno di fare da tappa buchi in presenza, a volte, anche del suo bambino e perché no utilizzare l’assistente igienico sanitario come docente di sostegno (questa categoria come gli assistenti al linguaggio dei segni sono più tutelati di noi insegnanti precari; queste figure sono indispensabili per il ruolo che svolgono, ma non hanno certo la preparazione e le competenze di un docente). Ma vuoi che l’indignazione non salga alle stelle????? Tutti gli anni di servizio prestati nelle più svariate condizioni dove e come ci vengono riconosciuti? In un Paese che punta alla meritocrazia e se quest’ultima si basa sul superamento o meno di questi riprovevoli test, mi accontento ad emigrare in un Paese molto più civile e democratico del nostro. Mi rammarica tutta questa assurda situazione e ancor di più il fatto che nessuna forza politica abbia fermato questa scelta, perché il Governo è un Governo tecnico, chi ci rappresenta seduto comodo, e fin troppo comodo, nelle poltrone non pensa più al bene del Paese e dei suoi cittadini, ma si lascia trasportare placidamente dalla corrente, immerso nel suo fiume di denaro e indifferenza non sapendo, però, che prima o poi il fiume si riversa nel mare dove l’acqua non è più la stessa e le onde salgono travolgendo quello che trovano sul loro percorso.
Luisa Genna (Precaria storica)

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