Documento approvato dal Collegio dei
Docenti
Dell’Istituto “ Primo Levi” di Quartu S. Elena (Ca)
Le
proposte del governo sull’aumento dell’orario di lavoro degli insegnanti, i
tagli ai finanziamenti e la proposta di un Ddl (Ghizzoni ex Aprea) che, se approvato,
ridurrebbe la sovranità degli organi collegiali e il ruolo della Scuola pubblica,
hanno prodotto riflessioni e discussioni in numerosi Istituti italiani e fra i
docenti...
di questo Istituto.
di questo Istituto.
A
tale scopo si è pensato di attivare uno spazio di dialogo aperto all’interno
dell’Istituto "Primo Levi", al quale hanno partecipato diverse decine
di docenti.
Nella
convinzione che sia necessario ribadire anche all’esterno l’importanza del
nostro ruolo istituzionale, educativo e formativo, nella speranza che possa
rappresentare un primo passo verso una discussione più ampia, articolata e
partecipata all’interno del nostro Istituto e della nostra categoria, è stato
elaborato il seguente documento e sottoposto all’attenzione di tutti i docenti perché
possa essere condiviso e sottoscritto da tutti i colleghi del nostro Istituto.
La
politica dissennata adottata negli ultimi decenni che non riconosce l’importanza
storica e attuale della Scuola pubblica italiana e la sua funzione sociale, ha
portato a una riduzione del servizio d’istruzione.
Si
è giunti, infatti, alla sua riduzione nelle aree marginali del Paese, con un
peggioramento progressivo generale della qualità della didattica, una crescente
frustrazione dei lavoratori della scuola, ridotti di numero, impoveriti dal
blocco dei contratti, sempre più marginalizzati e precarizzati nella loro
funzione sociale, infine irrisi da arroganti e improvvide esternazioni
ministeriali.
Gli
ordinamenti scolastici, a partire dalla mancata riforma Berlinguer dei cicli, fino
alle riforme Moratti e Gelmini, hanno coinvolto la Scuola italiana in un
meccanismo di destrutturazione del suo ruolo sociale con l’introduzione di
modelli didattici mutuati da contesti storici e culturali molto lontani dai
nostri che, nella realtà, hanno nascosto l’intenzione di ridurre lo spazio e
dell’importanza dell’Istruzione Pubblica vista solamente in un’ottica puramente
contabile di riduzione della spesa dello Stato.
L’idea
di entrare ora nel merito di tale discussione, può apparire intempestiva,
considerata la crisi di governo in atto, o addirittura illusoria, vista la
profonda crisi economica.
Ma
l’iniziativa che s’intende portare avanti non vuole essere puramente sindacale,
ma ambirebbe a essere qualcosa di più: la Scuola deve ritornare al centro del progetto di
sviluppo del Paese.
Proprio
in considerazione della realtà nazionale e regionale, caratterizzata da una
profonda e strutturale crisi economica, da una grande difficoltà a reggere la
competizione internazionale, da una vera e propria deindustrializzazione
accelerata, si ritiene che un’inversione di rotta non possa che partire da una
nuova politica dell’istruzione.
Una
scuola moderna ed efficiente non è una conseguenza dello sviluppo di uno Stato,
ma piuttosto ne è una premessa
indispensabile.
In
particolar modo l’Istruzione Tecnica, che da sempre è stata volano della
crescita economica del Paese, deve tornare ad essere il fulcro del nostro
sistema produttivo.
Si
ritiene, quindi, che proprio in questo momento di crisi storica e di ricambio
di governo, le forze politiche e sociali debbano riportare la Scuola al centro del
dibattito politico e programmatico con proposte lungimiranti e nuovi
investimenti a breve e medio termine.
Le risorse per rilanciare la Scuola
pubblica siano ricavate dal taglio delle spese militari.
Questo
documento è stato presentato e letto al Collegio dei Docenti del "Primo
Levi" di Mercoledì 30 Gennaio 2013, e poi integrato dell'ultima riga è
stato votato ed approvato a maggioranza.
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