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sabato 9 febbraio 2013

Interviste elettorali sulla scuola 1 / Berlusconi

Raccolte da Aristarco Ammazzacaffè

Si sa che non tutte le interviste televisive che fanno gli aspiranti leader in campagna elettorale vengono trasmesse. Dipende ovviamente dai temi.
Per esempio, ce ne sono state alcune sulla scuola, promosse da RAI 1, che, registrate 10 giorni fa,   non sono ancora andate in onda, nè sono state  messe in programmazione. Eppure gli intervistati sono tutti i big di questa campagna elettorale, da Bersani a Berlusconi, eccetera...
(unico assente: Grillo, impegnato a esercitarsi, con il suo coach, a chi grida e scazzotta di più e più a lungo).

I dirigenti RAI assicurano però che, data la rilevanza dell’argomento –  la scuola nei programmi dei leader - verranno trasmesse, tutte e senza alcun dubbio, subito dopo le elezioni. Così. Quasi testuale.  

Le registrazioni comunque ci sono tutte, una per ciascun candidato. Ve le proponiamo in anteprima quando capita, perché da esse emerge bene quello che gli aspiranti presidenti vogliono fare per la scuola nella prossima legislatura.

La prima intervista, che pubblichiamo oggi, è a Silvio Berlusconi, detto Silvio. La visione c’è tutta. E anche le visioni.  
- Nel primo consiglio dei ministri - esordisce – mettereno all’ordine del giorno, e la prego di ascotare bene, l’abolizione del taglio degli otto miliardi alla scuola, deciso quattro anni fa e che ha ridotto gli istituti scolastici all’attuale stato comatoso. È una vergogna di cui abbiamo visto i segnali più allarmanti proprio sotto questo ministro tecnico, il sedicente Profumo, che non sa neanche parlare. A differenza della Gelmini che è un’altra cosa.
- Ma come farete, visto che i provvedimenti sono già in vigore da  quattro anni – obietta l’intervistatore -. E poi: non l’avete presi voi quei provvedimenti?
- Una cosa alla volta. Annullare i tagli già fatti  per uno come me è una bazzecola. Ho fatto ben altro. E lo sa anche la Magistratura che continua a perseguitarmi, ma per altre ragioni. Comunque ci ho già pensato e ho messo su una squadra a tre: Brunetta, La Russa e Gelmini, che ho chiamato “degli affidabili”,  che ha già individuato la soluzione. Sulla seconda domanda – saremmo stati addirittura noi ad aver  deciso quei tagli - non mi soffermo. È una insinuazione fatta di bassezze  e volgarità. E se lo dico è perché di queste cose io me ne intendo. E lei, in mala fede e disinformato, sta ripetendomi  esattamente, senza vergognarsi, le calunnie di Bersani e di Vendola che non sanno neanche dove sta la verità. Che comunque è sottochiave. Li rassicuri.
- Ma che c’entra? – cerca di obiettare l’intervistatore.
- Scusi, mi ha invitato e non  mi fa neanche parlare? Lei comunque con Mediaset ha chiuso.
- Ma…
- Niente “ma”. Mi faccia finire e non cerchi di contrastare l’effetto sorpresa. Ascolti questa.
- Cosa …?
- Noi, sempre, nel primo consiglio di ministri, non solo aboliremo il taglio degli otto miliardi, ma restituiremo il mal tolto alle scuole nel giro di un mese, due mesi, al massimo. Il tempo di fare un po’ di conti e ci arriviamo. In ogni caso, prima dell’estate e dopo l’autunno. 
- Scusi, ma comunque gli studenti in questi 4 anni hanno avuto un servizio peggiorato … - ancora l’intervistatore.
- Bella osservazione. Ma noi abbiamo pensato anche a questo.  Agli studenti toccherà un risarcimento che andrà, pro capite, dai mille euro l’anno a tre mila, a seconda del tipo di scuola. Massimo, comunque, 2 mila euro a persona, aumentabili. Tutti i direttori dei servizi scolastici  daranno agli studenti, un “buono scuola Berlusconi” che potranno spendere quando e come vogliono, anche in discoteca, in omaggio al principio di libertà che, come si sa, per noi è un’ invenzione che ci portiamo anche nel nome. Ho già fatto, al riguardo, delle convenzioni con case editrici come la Mondadori e produttori cinematografici come Medusa, solo per fare alcuni nomi che mi sono cari.
- Comunque i tagli di quattro anni fa li ha decisi il suo governo.  
- Ci riprova con questa calunnia! Che è esattamente dello stesso tipo di quelle che utilizza chi mi accusa di aver depenalizzato il falso in bilancio o corrotto giudici o di essermi fatto delle leggi ad personam per sottrarmi alla giustizia e favorire le mie aziende. O, addirittura, di aver ridicolizzato l’Italia nel mondo e di aver fatto questo abominio di legge elettorale per i miei interessi… Dica la verità: voleva snocciolare lei questa  ignobile litania?  E aggiungervi magari:  la ricostruzione fallimentare dell’Aquila, ancora tra le macerie, e  il salvataggio dell’Alitalia che adesso dovremo svendere  ad Air France? Lo dica che vuole allinearsi anche lei a quei diffamatori di mezza tacca, contro i quali hanno già sporto denuncia sia Ghedini che gli altri miei avvocati; tutti riconfermati, tra l’altro, per la prossima legislatura assieme ad altri 13 già condannati!  Un record – me lo faccia dire - in linea con la mia storia personale e di cui vado orgoglioso.
- Ma…. – ancora l’intervistatore.
– Insiste? Contro queste accuse infamanti, solo due appunti.  Primo: lei non sarà mai assunto in Mediaset. E neanche alla RAI la vedo bene. Si ricordi di Biagi, un nome per tutti. Secondo – e primo per importanza -.  Se lo metta bene in mente... Lei è abituato a ragionare qualche volta? Ragioni allora:  se queste calunnie fossero fondate, avrei mai potuto rimontare nelle preferenze elettorali così tanto in poche settimane e arrivare addirittura al sorpasso? E conquistare ancora una volta la massa degli italiani? Oppure anche lei pensa che gli italiani siano tutti degli allocchi smemorati e dei creduloni e che io non sia il  pifferaio che sono?  La vostra è la illibertà di chi non crede nel popolo sovrano. Noi comunque i provvedimenti annunciati sulla scuola li prenderemo tutti nel primo consiglio dei ministri. E mica solo questi. Sarà un fuoco pirotecnico. Ditelo a studenti e insegnanti. Per questi ultimi poi  ho una sorpresa straordinaria che aumenterà il loro orgoglio professionale: siccome ho intenzione, sempre  nel primo consiglio dei ministri, di dimezzare il numero di parlamentari, estenderò questa decisione anche al numero degli insegnanti. È una equiparazione che meritano. Adesso basta. Vuoi venire a lavorare a Mediaset? Ho già scritturato anche Santoro e Travaglio.

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