domenica 3 marzo 2013

Scuola 2.0 Pericolosamente urgente. Diffondete!


ATTENZIONE: PERICOLOSAMENTE URGENTE 1
IL COLLEGIO DOCENTI di MARTEDI’ 5 MARZO ALLE ORE 18.00, in appena 30 minuti DECIDERA’ LA NOSTRA CONDIZIONE DI LAVORO.
Si tratta del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSG), in particolare di un bando per aderire a “Classi2.0” (la 5Cit delibera per la futura 1Cit) e soprattutto “SCUOLA2.0” che coinvolge tutta la scuola. Il primo riguarda una classe, il secondo tutte le classi. Solo la LIM IN CLASSE è un progetto di “finanziamento”.
SCUOLA 2.0 CAMBIA “RADICALMENTE” il modo di fare scuola, forzando L’INTERA ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA (DEL TEMPO-SCUOLA E DELLA DIDATTICA) DI TUTTE LE CLASSI E DI CIASCUN DOCENTE, SENZA POSSIBILITA’ DI RITORNO.

È la stessa cosa che ci è stata fatta votare nell’aprile del 2011, ma solo all’Einaudi. Quella che viene presentata come un semplice finanziamento per nuove tecnologie, È UN TOTALE RIVOLUZIONAMENTO (etero diretto e quindi un cappio al collo) per la scuola che vi aderisce.
Nel 2011, alla fine di un collegio già lungo, era inserito all’odg, senza spiegazioni, la delibera suSCUOLA2.0. ALL’UNANIMITA’ RESPINGEMMO L’ADESIONE.
ANCHE QUESTA VOLTA OCCORRE LA STESSA COMPATTEZZA.
ORA SPIEGO, sulla base di diversi suggerimenti qui riuniti in modo unitario, MA DOVETE TROVARE IL TEMPO PER LEGGERE, RIFLETTERE E FAR GIRARE LA VOCE TRA I COLLEGHI (molti non li raggiungo con le mail e inoltre molti potrebbero non leggere questa mail). Lunedì e martedì mattina tutti devono parlare con tutti.
Purtroppo, arriveremo al Collegio di martedì ore 18.00 stanchi per una mattina di lavoro in classe e stanchi per un lungo pomeriggio in dipartimento. In mezz’ora, più che discutere, si delibera su una cosa importante, ma la si presenta come un semplice finanziamento e innovazione di metodi personali di insegnamento.
NON È COSÌ. Lo stesso ministero usa queste parole: “si tratta di una linea avanzata di innovazione che vuole coinvolgere l’istituzione scolastica nella sua interezza e tutto il corpo docente e che rappresenta un passo molto impegnativo, il quale richiede da un lato impegno finanziario del MIUR e dall’altro la volontà della scuola e dei docenti di mettersi in gioco.
Si invitano, pertanto, le scuole interessate a valutare attentamente la complessità del cambiamento,che investirà la scuola in tutte le sue componenti (aggiungo io, anche gli ATA). Con la collaborazione e il coordinamento di organi e istituzioni individuate dal MIUR (aggiungo io, anche Fondazione Agnelli e Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino – banca intesa san paolo per intenderci) si realizzerà la progettazione pedagogico-didattico e la strutturazione dei modelli di organizzazione delle risorse umane (docenti e ata), strutturali e infrastrutturali dell’istituzione scolastica stessa” .
Ancora: “ pertanto classi 2.0 e scuola 2.0 sono azioni di ampio respiro (portare il laboratorio in classe e non la classe in laboratorio) che richiedono un ripensamento dei modelli e dell’organizzazione didattica, sostenuto da una adeguata formazione per i docenti…”.
Ancora: “il progetto Scuola2.0 ha fra i suoi obiettivi di sperimentare l’introduzione di strumenti tecnologici avanzati per cambiare i processi di insegnamento, apprendimento e l’organizzazione stessa del lavoro nelle scuole. … progettazione periodicamente sottoposta a verifica…
Ancora: “un gruppo di lavoro nazionale, specificamente nominato dal MIUR, dovrà alimentare  … l’obiettivo generale di rinnovamento del modello didattico e dell’organizzazione dei luoghi dell’apprendimento”.
Ancora: “Requisiti di ammissibilità: acquisizione delibera collegio docenti e consiglio d’istituto; inserimento dell’azione scuola2.0 nel POF; disponibilità a cooperare con tutte le realtà e istituzioni individuate dal MIUR…; informativa ai genitori; disponibilità a partecipare alle attività di monitoraggio che il MIUR porrà in essere;…
Ancora: “IDEA PROGETTUALE CHE LA SCUOLA DEVE PRESENTARE (aggiungo io, dov’è? Chi la farà, di grazia? Deve essere presentata entro l’11 marzo! Come faremo a controllare tutto ciò?): sviluppo dell’idea di innovazione dell’organizzazione dell’istituto scolastico che si intende realizzare, articolata in base alle tematiche sottostanti: congruità scientifica, organizzativa e strutturale; leadership educativa (ruolo e modalità di coinvolgimento della struttura organizzativa della scuola);riorganizzazione degli ambienti fisici dell’istituto scolastico; riorganizzazione del tempo scuola; innovazione curricolare; innovazione didattico-metodologica; utilizzo di contenuti didattici digitali; nuovi modelli/strumenti di valutazione della qualità della didattica e dei suoi risultatiiniziative di valutazione esterna della scuola.
In un commento sul sito del MIUR a proposito di Scuola2.0: "queste scuole, attraverso le nuove tecnologie, stanno trasformando i loro ambienti: orari scolastici, libri, ecc."
Ora alcune considerazioni.
Attenzione: qui non si tratta di LIM e volontaria innovazione didattica, che più o meno stiamo facendo con fatica tutti. Qui si tratta di RIORGANIZZAZIONE DEL TEMPO-SCUOLA  e della didattica che coinvolge tutto e tutti. Tale riorganizzazione non è nelle nostre mani, oltretutto, perché si parla di enti e istituzioni specificate dal MIUR.
Riorganizzazione, quindi, in una scuola – l’EinaudiGramsci – già con tanti problemi, tra cui anche le relazioni tra dirigenza e docenti. In una scuola senza regolamento, che non ha deliberato il piano delle attività (misura del come si decide), e tanto altro.
Dopo le proteste a livello nazionale (e le nostre a livello di istituto) vogliamo davvero in una mezzoretta approvare un progetto che cambia profondamente la nostra vita lavorativa?
In questa situazione, ci imbarchiamo in una avventura che cambia il nostro modo di lavorare senza sapere come e in balia di eventi, enti e persone che non controlliamo.
Le nostre classi sono piene di alunni, abbiamo penato per scongiurare le 24 ore, abbiamo subito il blocco degli stipendi e degli scatti (quello ottenuto è per chi è scattato il 31/12 del 2011 e con un metodo che mette a repentaglio gli scatti successivi, a meno di azzerare il fondo d’istituto), e tanto altro.
Qui non si tratta di dire sempre no (la solita accusa di chi vorrebbe dire sempre sì).
Non abbiamo proprio bisogno di altro. Ci basta la riforma nella quale siamo impegolati: con problemi di adeguamento a classi, indirizzi, programmi, didattica e carte; abbiamo nuovi libri, orari ridotti, più alunni, stipendi bloccati (30% di potere d’acquisto in meno negli ultimi 12 anni e 15% in meno nei prossimi 2-3 anni, ma anche di più se le cose vanno peggio). Siamo sempre sotto pressione, si lavora sempre di più. Occorrerebbe un po’ di serenità e non continui colpi di mano.
Questi continui tentativi del MIUR e dei dirigenti di non darci tregua (avete visto cosa si chiede ai dipartimenti?), di farci vivere la nostra condizione di lavoratori della scuola con stress e fatica (quanto ci costa in termini di salute psico-fisica tutto questo con 30 alunni per classe?).
Colleghi, vi assicuro che non perdiamo nessun treno; e poi mi chiedo per andare dove? Quante continue proposte, progetti e sperimentazioni si sono susseguite e sembravano sempre l’ultimo treno dell’avvenire! Oltretutto, ora, senza governo e ministro che, si spera, nel futuro cambierà almeno l’approccio con la classe docente che, si spera, non sarà il metodo Gelmini o Profumo.Ora, proprio ora, non è proprio il caso. Cerchiamo, invece, di tirare il fiato, di rasserenarci e di lavorare con tranquillità (se mai possibile).
Non possiamo sbagliare. Non so voi, ma io sono stanco e anche un po’ impaurito. La situazione politica, economica, sociale complessa e pericolosa si fonde con la mia/nostra situazione lavorativa incerta e impegnativa. Non facciamoci ulteriormente del male. Quel che facciamo è già tanto, non sentiamoci in colpa, non ne abbiamo i motivi; le colpe, semmai, stanno altrove.
La mia proposta è questa: senza tanto discutere, semplicemente votiamo NO.
 p.s.: per quanto riguarda l’azione Classe2.0, si tratta del progetto di cui sopra attuato in una sola classe e tutti i docenti di quella classe: in un certo senso, il male minore. Ma qualche problema c’è lo stesso. Percepisco un costante peggioramento della situazione interna all'Einaudi: classi difficili di cui quotidianamente si sentono fondate lamentele da parte di colleghi, crescenti atteggiamenti di uno strisciante bullismo. Credo che compito della scuola non sia creare classi modello altamente tecnologiche, ma evitare che vi siano classi ghetto.
Il rischio (o la certezza) è di creare una aristocrazia per un gruppetto di insegnanti (inamovibili per tutto il ciclo), staccati dal resto del corpo docenti, invece intento a operare in classi molto diverse: perchè anche gli alunni subiranno una selezione, per così dire, genetica. Comunque il progetto è destinato a condizionare l’organizzazione, nel senso che tutti saranno coinvolti al fine di agevolare l’organizzazione di quella classe e/o del corso.

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