da OrizzonteScuola.it
Secondo il sindacato ANIEF, l'Amministrazione starebbe gettando già da tempo le basi per destinare le progressioni stipendiali solo ai lavoratori statali che dimostrino particolari meriti e performance professionali...
Secondo Marcello Pacifico (Anief-Confedir) si opera come se i
dipendenti statali italiani non percepissero tra gli stipendi più bassi
d’Europa: un bidello o un operatore pubblico ad inizio carriera arrivano
a malapena a mille euro al mese, collocandosi quindi sotto la soglia di
povertà. Eliminando l’unico incremento in busta paga, si
mortificherebbe ulteriormente la loro professionalità e dignità di
cittadini. Non è possibile barattare il merito di alcuni con la povertà
di tutti: inevitabile il ricorso in Tribunale.
Il sindacato rammenta, a tal proposito, che gli scatti stipendiali
rimangono per i dipendenti pubblici, ad iniziare da quelli della scuola -
che tranne una minima percentuale non hanno possibilità di fare
carriera - l’unica reale fonte di adeguamento al costo della vita.
“Tra l’altro – prosegue il sindacalista Anief-Confedir –
le avvisaglie di tale prospettiva vi sono già state. Basti pensare al
piano di cancellazione di un quarto del personale scolastico (circa 250
mila dipendenti) dal fondo accessorio. Con il mantenimento della quota
agli altri dipendenti solo a condizione che si fosse realizzato un
risparmio nel proprio comparto di appartenenza. Facendo finta di
dimenticare che, sempre per rimanere nella Scuola, negli ultimi anni
sono stati cancellati 200 mila posti. E che il miglioramento
dell’offerta formativa è stato di recente abbattuto del 25%. Per non
parlare del fallimento della privatizzazione, ormai ventennale, dei
contratti del pubblico impiego. A fronte di tutto ciò, ancora una volta,
per i lavoratori dello Stato il ricorso al Tribunale si è così
dimostrato l’unica via percorribile”.
“Con i magistrati – continua Pacifico - che ci hanno
dato ragione, bloccando l’illegittimo blocco degli scatti automatici
introdotto attraverso il comma 2 dell’articolo 9 della legge 122 del
2010. Anche se chi ci governa non vuole tenerne conto, noi annunciamo
sin da subito che non arretreremo la nostra posizione: Anief ha avviato
in tempi non sospetti i suoi contenziosi in Tribunale per tutelare i
lavoratori della scuola. Presto Confedir allargherà questa prospettiva a
tutti i dipendenti della pubblica amministrazione. L’obiettivo è quello
di reperire risorse aggiuntive per mantenere gli scatti automatici. E,
nel contempo, premiare il merito. Sempre se attuato attraverso criteri
trasparenti ed imparziali, stabiliti dal legislatore. E non certo dal
datore di lavoro, in questo caso lo Stato. Non è possibile – conclude Pacifico – barattare il merito di alcuni con la povertà di tutti”.
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