Nella più antica democrazia d’Europa, quella anglosassone, dopo le elezioni non viene formato un governo: ne vengono formati due. La maggioranza dà vita all’esecutivo di Sua Maestà britannica, e l’opposizione al “governo ombra”.
I cittadini possono in questo modo vedere confrontarsi giorno per giorno provvedimenti di legge in alternativa e contrapposizione, e valutare la credibilità morale e politica dei ministri che i due schieramenti propongono.
Sarebbe
dimostrazione di grande caratura istituzionale e coerenza democratica,
oltre che di lungimirante intelligenza tattica, se i parlamentari del
M5S si riunissero oggi (oggi, perché in politica è decisivo l’attimo
fuggente, il kairòs che non perdona) per chiedere solennemente a Stefano
Rodotà di formare il governo ombra di Sua Maestà il popolo sovrano.
Nell’Italia dell’Inciucio, infatti, a differenza che in Albione, il
governo Letta jr. rappresenta la minoranza del paese, anche se verrà
plebiscitato dagli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama. La metà dei
parlamentari che quegli scranni occupa è stata eletta nelle liste del
Pd, da cittadini che avevano udito Bersani giurare “con Berlusconi mai,
nessun accordo per nessun motivo” e promettere “una vera svolta”, più
profonda (garantiva Bersani) di quella agitata da Grillo. Due
italiani su tre hanno votato per voltare pagina, per chiudere col quasi
ventennio di ruberia e impunità, che ha ridotto l’Italia a macerie. Si
ritrovano invece con un governo Napolitano/Berlusconi (prossimo senatore
a vita?), forse con la finta opposizione della Lega, per non dare alla
vera opposizione del M5S le presidenze Copasir e Vigilanza che per
regolamento gli spettano. Un governo ombra Rodotà sarebbe
perciò l’adamantina risposta costituzionale, l’entusiasmante risposta
politica, l’ineccepibile risposta parlamentare e istituzionale, al
deprecabile “voltar gabbana” dell’intero ceto dirigente del Pd, che ha
ingiuriosamente stracciato la parola data agli elettori e tradito la
loro inequivoca volontà. Allargando a baratro il fossato profondissimo
che già divide i cittadini dal Palazzo. Un governo ombra
Rodotà otterrebbe non solo il sostegno di M5S e Sel, ma anche della
pattuglia dei dissidenti del Pd che troveranno indecente condividere il
governo con Mussolini e Santanchè, Cicchitto e Scilipoti. E soprattutto
garantirebbe che la sacrosanta protesta popolare, che le misure del
governo Letta jr./Alfano non faranno che alimentare e invelenire,
saranno incanalate nell’alveo propositivo del vero riformismo, altrove
introvabile.
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