da: La Tecnica della Scuola
Dopo il coro di proteste degli insegnanti sulla presa di posizione dell'Age Toscana a favore della proposta di aumento dell'orario di servizio a 24 ore, i genitori di Age Toscana rispondono, con un ampio documento, alle contestazioni ricevute.
Questo il testo del documento pervenuto alla nostra
Redazione da parte dell'Associazione Age Toscana, con riferimento anche
ad un intervento, per la verità garbato, di un docente che contestava, argomentando, un articolo apparso sul sito dell'Age Toscana...
Contumelie, lettere fiume, sfoghi amari: indubbiamente con la questione delle 24 ore di lezione per i professori abbiamo toccato un nervo scoperto. Senz’altro sono emersi il malessere di tanti professionisti della scuola e i rapporti non sempre idilliaci con le famiglie. State zitti, ci hanno detto alcuni, altri invece hanno chiesto con insistenza una nostra risposta. Soprattutto c’è stato chi ha riconosciuto l’importanza di un dialogo con le famiglie e qualcuno addirittura ci ha chiesto di aprire uno spazio di confronto comune sul tema grande che è la scuola.
Contumelie, lettere fiume, sfoghi amari: indubbiamente con la questione delle 24 ore di lezione per i professori abbiamo toccato un nervo scoperto. Senz’altro sono emersi il malessere di tanti professionisti della scuola e i rapporti non sempre idilliaci con le famiglie. State zitti, ci hanno detto alcuni, altri invece hanno chiesto con insistenza una nostra risposta. Soprattutto c’è stato chi ha riconosciuto l’importanza di un dialogo con le famiglie e qualcuno addirittura ci ha chiesto di aprire uno spazio di confronto comune sul tema grande che è la scuola.
Come genitori di AGe
Toscana rispondiamo volentieri e necessariamente in modo sintetico, sia
per rispetto di chi legge, sia perché il tema è troppo vasto perché si
possa dire tutto in una volta sola.
Il presupposto da cui
ci muoviamo è che la scuola è un bene di tutti e che occorre convogliare
lì tutte le risorse disponibili, per il futuro dei nostri giovani e
dell’intero Paese. Ecco dunque, per punti:
6 ORE PER LE SUPPLENZE?
La nostra proposta è chiara: abbiamo parlato di aggiornamento
professionale, di ore di recupero per gli studenti in difficoltà e di
interventi di alfabetizzazione degli alunni extracomunitari e anche di
laboratori, di corsi di approfondimento e di viaggi d’istruzione.
Un’altra grave falla da colmare sarebbe quella delle uscite anticipate,
delle entrate in ritardo, dello smistamento degli alunni nelle classi,
cioè quello che accade quando un insegnante si ammala e non è possibile
chiamare subito il supplente. Sono ore di scuola preziose che i nostri
figli perdono senza possibilità di recupero.
Quanto alle supplenze,
occorre dire che si tratta di una proposta del Governo e non nostra (la
nostra attenzione si è appuntata piuttosto sul taglio di 47,5 milioni di
Fondo d’istituto e sul sentirsi offesi dei professori), ma non possiamo
nascondere come il rapido avvicendarsi di insegnanti anche per
supplenze brevissime o, peggio, dividere le classi o ridurre l’orario di
lezione, sia considerato un grave danno per i propri figli anche dagli
stessi docenti/supplenti/genitori. Quindi, in nome della qualità
dell’insegnamento e con la libera adesione del singolo docente, già
presente a scuola, sarebbe possibile garantire una migliore offerta
formativa semplicemente aumentando le risorse per le ore eccedenti in
sostituzione dei colleghi assenti; questo ovviamente rivolgendosi a
tutto il personale docente in servizio, sia temporaneo che a tempo
indeterminato.
6 ORE IN PIU’ A PARITA’ DI STIPENDIO?
Non abbiamo detto questo, in quanto si tratta di un problema che non è
di competenza dei genitori ma del Governo e dei sindacati.
6 ORE PERCHE’?
In un’intervista si scopre che il sottosegretario Rossi Doria non
esclude affatto l’aumento a 24 ore, solo che adesso i tempi non sono
maturi. Siamo infatti sotto elezioni e nessun partito sottoscriverebbe
una simile scelta. Però il voto è dietro l’angolo e già si vocifera cosa
accadrà poi: perché non approfittarne per fare una seria riflessione
sulla scuola?
Alcuni insegnanti che
ci hanno scritto hanno fatto alcune proposte interessanti, come ad
esempio far emergere il lavoro non immediatamente visibile degli
insegnanti, a tutto vantaggio della credibilità dell’intera categoria;
qualcuno è stato così sincero da ammettere che ci sono sì insegnanti
interamente dediti alla scuola, che lavorano fino a 50 ore alla
settimana, ma che non sempre in tutti i casi è così.
CORREGGERE I COMPITI
C’è chi di compiti ne corregge davvero tanti e alcuni professori hanno
avanzato la proposta di retribuire la correzione dei compiti in
proporzione all’impegno.
Alcuni suggeriscono di
farlo direttamente a scuola; interessante la motivazione: “Così potrei
usare la carta della scuola, il toner della scuola, il telefono della
scuola”.
DI TASCA NOSTRA
Sono incredibili alcune delle testimonianze che ci sono giunte: pare
che alcuni docenti si debbano addirittura pagare il pasto quando
accompagnano la classe in gita. E poi materiali, fotocopie, tutto di
tasca propria. Numerosi genitori ci hanno riferito qualcosa di simile:
qualunque sia la richiesta o la proposta, il ritornello è sempre lo
stesso, “Non ci sono i soldi”, anche se poi a saper guardare in certe
scuole le risorse ci sono eccome. A questo proposito la nostra posizione
come AGe Toscana è molto semplice: le risorse sono lì per essere spese
per la didattica e noi continueremo a batterci per questo.
RICEVIMENTO GRATIS
Curiosa questa espressione, che ricorre più volte: forse che il
ricevimento dei genitori non rientra nella funzione docente? Come si può
serenamente affermare che è sufficiente tenere il ricevimento generale
una volta a quadrimestre?
CI OFFENDE
Questa affermazione ci è veramente spiaciuta e ancor di più che ci si
scandalizzi a essere paragonati con le maestre di infanzia e primaria.
Chi ha detto che aver a che fare con un bambino autistico o incapace di
comprendere la nostra lingua sia più facile che tenere una lezione di
latino? e le maestre che insegnano inglese non hanno forse 6 o 7 classi e
non debbono forse anche loro preparare le lezioni e correggere i
compiti?
L’aspetto di rilievo è
che le nostre scuole dell’infanzia e primaria sono un’eccellenza nel
mondo. Forse sarebbe opportuno rivalutarne alcuni aspetti, come: i tempi
più distesi per l’apprendimento, che non è solo disciplinare; l’ampio
spazio dato agli aspetti relazionali e di cittadinanza; la
programmazione di team.
Paghiamole di più,
queste maestre, perché non è giusto che si sentano di serie B, come esse
stesse non esitano a dichiarare. Insieme alla diversità di pedagogia e
ai numeri spesso eccessivi, la disparità di trattamento economico e di
considerazione sociale fra gli insegnanti dei vari ordini di scuola è
uno dei motivi principali per cui tanti istituti comprensivi non
decollano e restano meri ‘contenitori vuoti’ (l'espressione non è
nostra, sono stati definiti così da numerosi relatori in occasione del
convegno a tema organizzato dalla regione Toscana nell’ottobre scorso).
IL BIDELLO NO
Ci pare poco carino, comunque assecondiamo la richiesta di molti
professori e paragoniamoli con il direttore s.g.a. Stipendio di poco
superiore a quello dei professori; 36 ore; responsabilità civili, penali
e contabili al cui confronto la responsabilità verso gli alunni in gita
impallidisce (basti pensare che un certificato rilasciato privo di
bollo gli può costare fino a 3.662,31 euro di multa); soddisfazioni
professionali ben più limitate che non aiutare giovani vite a formarsi:
che dovrebbe dire? Non per fare il conto della serva, ma i professori
hanno fra gli stipendi più alti della scuola italiana, straordinari
meglio pagati, un orario ridotto che consente loro di organizzare il
proprio lavoro in modo flessibile, i mesi estivi liberi soprattutto se
non sono impegnati nell’esame di Stato.
Nessuno nega che a casa
i professori debbano preparare le lezioni, aggiornarsi, correggere i
compiti; che a scuola abbiano, oltre alle ore di lezione, impegni
collegiali, commissioni, ricevimento dei genitori (ma questo anche gli
altri docenti). Ricordiamo il recente dibattito apparso su alcune
riviste scolastiche: è giusto che si contino all'interno delle 40 ore di
attività funzionali all'insegnamento, quelle svolte nei periodi di
sospensione dell'attività didattica?
Noi abbiamo fatto mere
constatazioni, non espresso giudizi. Abbiamo evidenziato le
contraddizioni dei politici, che decidono sulla scuola senza conoscerla e
tagliano con indifferenza 47,5 milioni di euro dal Fondo d’istituto.
Siamo rimasti feriti da tante brutte parole che ci sono state rivolte e
che avrebbero potuto essere evitate.
I VOSTRI SINDACATI
Ci dispiace, ma l’accusa di essere schierati politicamente siamo
costretti a rinviarla al mittente. Noi curiamo gli interessi di genitori
e alunni, per cui da buoni toscani chiediamo conto ai potenti di ciò
che a nostro avviso non va. Basta avere la pazienza di scorrere i nostri
interventi e si capisce che di responsabili della pubblica istruzione
ne abbiamo risparmiati pochi o nessuno: dalla Moratti a Fioroni, dalla
Gelmini all’assessore toscano Targetti.
Buon ultimo il ministro
Francesco Profumo, che a febbraio ebbe la cattiva idea di festeggiare
il decennale del Forum Nazionale dei Genitori sottovoce e a porte
chiuse. Nell’occasione registrammo le sue belle parole a proposito della
partecipazione dei genitori a scuola e adesso gli chiediamo: Caro
Ministro, quando pensa di celebrare la Giornata Europea dei Genitori e
della Scuola 2012? si sbrighi per favore, siamo a dicembre…
MA VOI DOVE ERAVATE?
Ecco, questo è veramente curioso: sono anni che ci battiamo per una
scuola migliore, di qualità, e quasi sempre ci siamo trovati soli. La
battaglia per il contributo volontario detraibile e interamente
destinato alle attività didattiche l’abbiamo portata avanti per anni e
se nel marzo scorso è finalmente uscita la circolare ministeriale 312,
che sanciva per la prima volta tutto questo, molto si deve a tante
nostre prese di posizione.
Come sappiamo, non si
può parlare di miglioramento dell’offerta formativa se non ci sono
risorse e cioè senza fondo d’istituto e contributo volontario dei
genitori. Pochi giorni fa abbiamo protestato per il taglio del fondo
d’istituto; più volte in passato siamo dovuti intervenire per difendere
il contributo volontario dagli utilizzi più impropri: dalla tassa sui
rifiuti al pagamento degli stipendi, dalle visite fiscali al mancato
versamento da parte dello Stato dei crediti vantati dalle scuole.
Abbiamo denunciato gli
eccessivi tagli della “riforma Gelmini” quando ancora eravamo in tempo
per raddrizzare il tiro, ben due anni prima che i docenti salissero sui
tetti dei Provveditorati per protestare; ci siamo battuti contro i
mega-istituti comprensivi, le classi pollaio, i tagli, gli accorpamenti
selvaggi, le ditte di pulizia che non puliscono; abbiamo raccolto 5000
firme contro la riforma degli organi collegiali e ottenuto il reintegro
dei rappresentanti di classe e che gli esterni non abbiano diritto di
voto: a noi domandate dove eravamo?
INSEGNO LA NETIQUETTE E LA ESIGO , MA LA VOSTRA ARROGANZA E IMPUDENZA MERITANO ALMENO QUESTO
Non abbiamo studiato pedagogia, però una cosa la sappiamo: togliere
arbitrariamente la qualifica di soggetto di diritti ad altri esseri
umani è la radice di tutte le violenze. Non c’è bisogno di scomodare il
popolo ebreo e l’olocausto, basta vedere cosa succede negli stadi quando
il tifoso della parte avversa smette di essere una persona e diventa
un’etichetta: lo juventino, il romanista, il laziale…
Ben volentieri ci apriamo al confronto e senz’altro pubblicheremo sul nostro sito www.agetoscana.it tutti coloro che vorranno intervenire in modo costruttivo per ragionare insieme di scuola. Basta scrivere a info@agetoscana.it per essere pubblicati.
Abbiamo urgenza di una
proposta articolata che valorizzi tutte le risorse disponibili e
garantisca il successo formativo dei nostri giovani.
Insieme, come
cittadini, dobbiamo dire ai nostri governanti che la scuola è strategica
per il futuro del Paese e che da questa complessa revisione del sistema
Italia impostaci dalla crisi dovranno uscire le risorse per
valorizzarla e rilanciarla. Serve la considerazione sociale, ma non
basta: occorre rimboccarsi le maniche insieme, superare le divisioni e
dare alla scuola le risorse per volare.
PS In questo momento i
nostri soci e amici di AGe Argentario stanno aiutando la gente di
Maremma che ha perso tutto a causa dell'alluvione a risollevarsi dal
fango e dalla disperazione. Poiché come è noto fa più rumore un albero
che cade di una foresta che cresce, riportiamo qui il nostro appello a
dare un contributo, anche piccolo, di solidarietà. Come già lo scorso
anno ad Aulla, gli aiuti raccolti saranno consegnati fino all'ultimo
euro immediatamente nelle mani delle famiglie in difficoltà. Tutte le
spese saranno a carico della nostra Associazione. Grazie.
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