da "L'Unione Sarda" di Mario Gottardi
Si passano il testimone, come
in una staffetta. Dopo le proteste al liceo "Motzo" ora tocca
all'istituto "Levi" di Pitz'e Serra, dove da martedì un centinaio dei
130 docenti sono in assemblea permanente: di mattina lezione, il pomeriggio
assemblee. Ieri i docenti hanno discusso un documento, con cui si accusa il
governo di voler <<smantellare la scuola pubblica>>.
La protesta. L'agitazione è iniziata al "Motzo" circa un mese fa, quando
il ministero ha annunciato l'aumento da 18 a 24 ore dell'insegnamento in
cattedra (cui va aggiunto il tempo per correggere i compiti e per le attività
assembleari). La protesta prende di mira anche i tentativi di privatizzazione,
che <<aboliscono gli organi collegiali per sostituirli con un CDA,
rafforzano il potere dei presidi e basano tutta l'attività sulla valutazione
invece che sulla formazione>>.
Spega l'insegnante del
"Levi", Antonella Piras...
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Negli ultimi anni <<si sono persi 120 mila posti di lavoro senza clamore mediatico. Nell'isola 27 mila cattedre sono state soppresse: la più grande riduzione in Italia>> sottolinea l'insegnante.
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Negli ultimi anni <<si sono persi 120 mila posti di lavoro senza clamore mediatico. Nell'isola 27 mila cattedre sono state soppresse: la più grande riduzione in Italia>> sottolinea l'insegnante.
Il futuro.
Dopo il "Levi", il testimone passerà al "Gramsci" di
Monserrato e ad altre scuole. Il Coordinamento provinciale degli insegnanti il
28 sarà in piazza a Cagliari, per distribuire un libro <<in cambio di un
minuto di tempo per raccontare le condizioni in cui si trova la scuola
pubblica>>
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