A proposito della legge 3542 Ghizzoni-ex Aprea e del DPR sulla valutazione (Schema di regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione).
Gli
interventi sulla scuola di questo governo non si sono limitati alla
proposta dell’aumento dell’orario di lavoro frontale dei docenti,ma
hanno dato seguito al disegno di legge 3542 (ddl ex Aprea), approvato in
Commissione Cultura alla Camera (Capogruppo PD Manuela Ghizzoni), da
leggersi insieme col DPR sulla valutazione in discussione al Senato.
Il
disegno di legge e il DPR citati si prestano in realtà ad...
una lettura
univoca e si completano vicendevolmente portando a delle trasformazioni
sostanziali della scuola statale nella direzione di una riduzione degli
spazi di partecipazione democratica, di un ulteriore fattore di
differenziazione socio-economica, di perdita di importanza della figura
dello studente come persona critica e consapevole.
Nella
ddl Ghizzoni-Aprea si propongono alcune importanti novità come
l’autonomia statutaria della scuola, la trasformazione dei suoi organi
collegiali e delle loro competenze, la partecipazione di membri esterni,
un nuovo ruolo dato alle Regioni.
A
fronte di questo allargamento dell’autonomia si creano poi organi
interni ed esterni di valutazione della scuola nel suo insieme,
affidando un ruolo decisivo all’Invalsi e all’Indire.
Maggiore
autonomia o maggior controllo? Quale tipo di controllo? Data la
presenza di soggetti esterni alla scuola sembrerebbe di tipo
aziendalistico, data l’organizzazione facente capo ad Indire ed Invalsi
sembrerebbe basato esclusivamente su indicatori di tipo nozionistico. Ci
si chiede allora da dove nasca questa idea di scuola e a quali esigenze
risponda.
L’autonomia
scolastica porta attraverso questi progetti di legge ad una
differenziazione dell’offerta formativa degli istituti, in modo più
profondo rispetto alla scuola di adesso dove le discipline curricolari
seguono nelle linee generali i programmi ministeriali e anche la loro
articolazione oraria.
Con
l’implementazione dell’autonomia attraverso tali disegni di legge sarà
dato maggiore spazio all’offerta formativa dei singoli istituti o sarà resa operativa
una volontà di differenziazione e di arricchimento di determinati
ambiti rispetto ad altri? Quali saranno le risorse del finanziamento?
Sembra plausibile che i finanziamenti esterni rappresenteranno non solo
un elemento importante, ma determinante nelle scelte e negli indirizzi
da intraprendere.
Sulla
carta i membri esterni faranno parte del Consiglio dell’Autonomia senza
diritto di voto nel suo seno. Ma potranno essere così poco
significativi nell’indirizzare le scelte del più importante organo
scolastico nel momento che entreranno nel finanziamento dello stesso
istituto?
Il
Consiglio d’Istituto diventerà Consiglio dell’Autonomia, ma soprattutto
nel ddl 3542 si distingue bene tra la funzione di indirizzo, la
funzione di gestione e quella didattico-educativa, le ultime due di
pertinenza del DS e dell’ex Collegio Docenti (ribattezzato Consiglio dei
Docenti).
Lo
statuto di ogni singola scuola deciderà attraverso il proprio
regolamento forme e modalità di organizzazione delle singole componenti.
Dunque
si avrà un superamento degli organi collegiali così come li conosciamo,
Consiglio d’Istituto e Collegio dei Docenti e una ridefinizione delle
loro competenze, senza nessuna garanzia di uniformità fra le diverse
scuole del territorio nazionale, né di effettiva rappresentanza
democratica.
Cambiare
secondo questo criterio l’organizzazione della scuola con i suoi organi
collegiali significa superare il modello di una scuola democratica e
partecipativa e sostituirla con una dove la “governance” è affidata al
Dirigente Scolastico e ai membri di un consiglio, non si sa ancora come
scelti e da chi, che avranno di fatto e di diritto una vera dirigenza.
Le
competenze di tutti gli altri docenti devono essere fondamentalmente
quelle di occuparsi di didattica. Ma quale tipo di didattica viene
pensata per questa scuola dell’autonomia?
Un modello di efficienza aziendale.
Ma questo serve alla scuola?
Si sottolinea l’importanza delle Regioni e il collegamento alle realtà territoriali. Perché?
La
valutazione dell’istituto viene affidata ad un organismo interno e ad
un super organismo esterno, composto da personale del Miur e
dell’Invalsi.
È
giusto che finalmente un ministro voglia controllare lo stato delle sue
istituzioni scolastiche che le sottoponga a verifiche e monitoraggi,
perché allora alla direzione dell’Invalsi – questo importante istituto
di valutazione – è stato collocato non un esperto di scuola, uno
studioso, un autorevole personaggio del mondo della ricerca ma prima
Cipolletta e poi Sestito, personalità provenienti dalla Banca d’Italia?
Sarà
del tutto casuale, allora, che la Fondazione Treellle (composta e
sostenuta da personaggi della cultura, rappresentanti della
Confindustria, delle banche e della finanza uniti insieme in quella che
loro definiscono una lobby trasparente) abbia prodotto già negli anni
passati un’idea di scuola che nelle linee generali è quella che si sta
proponendo?
Basta leggere le pubblicazioni, i Quaderni, disponibili sul sito treellle.org oppure
leproposte della Fondazione Agnelli, per ritrovare tutti i principi
fondamentali ispiratori della proposta di legge ex -Aprea, ora
lievemente modificati nel ddl 3542:
- una scuola affidata ad un dirigente manager, con la collaborazione di membri esterni, sottoposta ad esigenze quindi “territoriali” e private, dove la funzione docente non è più centrale ma subordinata;
- una scuola dove non tutte le componenti partecipano alla sua gestione in maniera paritaria, ma con funzioni gerarchizzate ben distinte;
- la formazione della scuola pubblica non più garantita nei suoi livelli a tutti, ma differenziata a seconda delle realtà e delle risorse locali e di fatto, nelle aree più depresse del nostro paese, abbandonata al proprio destino dopo anni di tagli consistenti;
- una scuola valutata e misurata attraverso i test Invalsi, che rilevano un risultato finale, e non tutto il lavoro svolto, con l’accertamento di determinate competenze, ignorando tutta la complessità che entra in gioco nella valutazione finale delle peculiarità di ciascun alunno da parte di un insegnante.
Il
mondo della Finanza e della Confindustria ritiene necessario esprimere
la sua idea della scuola e lo fa con tutto il suo potere che gli deriva
dalla grandi risorse economiche e dal controllo dei principali mezzi di
informazione di cui dispone.
Non
è difficile infatti rintracciare nelle loro pubblicazioni tutte le idee
fondamentali di una scuola che se non è ancora esattamente quella
pensata da queste organizzazioni, vi si avvicina sempre di più, passo
dopo passo.
Loro
fanno sentire la loro voce con tutto il loro peso, ma noi docenti
democratici dobbiamo far sentir la nostra, avanzando noi una proposta di
scuola da difendere e da migliorare.
Roma, 26 novembre
Firmatari:
Antonella
Donnini, Barbara Gentili, Maria Cecilia Flamini, Laura Mazzotti, Paolo
Francini, Maria Pina Venditti, Loretta Ferrante, Elisabetta Micucci,
Annalisa Carletti, Maria Concetta Mondello, Anna Aita, Federica
Salvetti, Cristina Ciotti, Fabio Massimo Bassan, Stefania Capitani, Luca
Bernardini, Gabriella Pisello, Franca Donato, Floriana Blasi, Annarita
Pagliara, Claudio Dore, Stefano Circi, Biagio Fierro. Stella Marina
Minutoli.
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