Nei giorni: 30 ottobre e 13 novembre 2012 nell’aula magna del Liceo Scientifico “V. Cuoco”
di Napoli si è riunito in assemblea il personale docente e non docente
dell’istituto per discutere del ddl 953 (ex decreto Aprea), del
ripristino degli scatti di anzianità, dell’impiego dei docenti inidonei
nei ruoli ATA, dell’art 3 del DDL di stabilità 2013. Da tale assemblea è
scaturito il seguente
NON RINUNCIAMO!
Documento di protesta
Il documento è stato ratificato dal Collegio dei docenti del 20 novembre 2012
AL MINISTRO PROFUMO
ALLE FAMIGLIE
AGLI STUDENTI
In prima istanza, i docenti del Liceo “V. Cuoco” mettono in evidenza...
le criticità del DDL 953 ex Aprea,
il progetto di riforma degli organi collegiali che apre la strada
all’autonomia statutaria di ogni singola scuola, permettendo ai privati
di entrare nei futuri Consigli dell’autonomia (oggi Consigli
d’istituto). Ciò comporta un’attenta riflessione sul ruolo dei soggetti privati
nell’ambito degli organi collegiali della scuola pubblica. Tale
presenza, in ragione di eventuali finanziamenti esterni, potrebbe
materialmente, in prospettiva, condizionare il Piano dell’Offerta
Formativa.
Nell’art.6 (Consiglio dei docenti e sue articolazioni)
il funzionamento e l’attribuzione degli organi collegiali, in relazione
ai consigli di classe, vengono regolamentati dall’autonomia statutaria,
lasciando che ogni singola scuola diventi comunità scolastica a sé
stante, con livelli diversi di partecipazione e di responsabilità alla
vita degli organi collegiali. In una democrazia sostanziale, invece,
s’impone l’esigenza di offrire effettive opportunità di partecipazione,
che sono strumento di qualificazione della stessa democrazia.
Nell’art.7 (Partecipazione e diritti degli studenti e delle famiglie) è sancito il diritto
di assemblea e di partecipazione degli studenti e dei genitori che non è
regolamentato. Di certo, non si può lasciare tale regolamentazione ad
ogni singolo istituto, perché ogni scuola esprime una differente
sensibilità verso i diritti degli studenti e delle famiglie e verso il
concetto di partecipazione. La crescita civile degli alunni deve essere
garantita da normative esplicite e da regole comuni, essendo la
democrazia un valore universale e non negoziabile.
Altro articolo contestabile è l’art. 8 in cui viene affermata la centralità del ruolo dell’INVALSI.
Saranno, infatti, proprio i risultati di queste prove nazionali a
influenzare l’elaborazione del POF. Solo i docenti, conoscendo bene la
realtà del territorio in cui operano e i fabbisogni formativi specifici
degli studenti, possono attivare l’autovalutazione d’istituto attraverso
un sistema
di autoanalisi a diverse dimensioni, quali il contesto ambientale, il
processo didattico e gestionale, l’efficacia strutturale e strategica e
l’efficienza operativa. Pertanto l’INVALSI, per com’è strutturato oggi,
non può essere strumento di valutazione: un test a crocette con domande
molto vaghe non può essere strumento idoneo a misurare in maniera
calibrata le conoscenze e le competenze degli studenti.
Pertanto, i docenti del Liceo
“V. Cuoco” chiedono la modifica del DDL 953, al fine di collocare
l’autonomia statutaria all’interno di una vera architettura democratica
dell’organizzazione scolastica che garantisca a ogni componente
partecipazione e corresponsabilità nelle scelte e nei risultati, in
raccordo alle specificità del territorio e alle norme che regolano il
nostro sistema di istruzione. Una focalizzazione sul cuore della scuola, sul processo d’insegnamento-apprendimento, che trova piena legittimazione nella Carta Costituzionale.
Una riforma del governo delle istituzioni scolastiche, che disconosce
questo quadro d’insieme, non può che avere effetti dannosi sulla scuola
pubblica.
I docenti del Liceo “V.Cuoco” di Napoli mettono inoltre in evidenza la iniquità e le difficoltà legate all’approvazione e alla attuazione dell’art. 3 del DDL di stabilità 2013,
che aumenta di un terzo l’orario di lavoro dei docenti a parità di
salario, un provvedimento errato ed iniquo sia per quanto attiene le
modalità sia per quanto riguarda il merito.
Per quanto attiene le modalità,
il provvedimento ignora volutamente le norme costituzionali e quelle
ordinarie, cambiando una materia che è regolata da Contratti Collettivi
definiti a livello nazionale, un atto mai registrato nelle moderne
democrazie, né nel nostro Paese né nel resto d’Europa, che potrebbe
costituire un pericoloso precedente.Un siffatto modo di procedere
dimostra così un profondo e completo disprezzo per il rispetto delle
regole e le procedure che sostengono la disciplina del lavoro e per il
principio della legalità., nonché un chiaro disprezzo non solo per la
figura e il ruolo dell’insegnante ma soprattutto verso la funzione
dell’istruzione come volano di crescita civile ed economica del Paese.
Per quanto attiene il merito
del provvedimento (le 24 ore), questo ignora i tempi reali e
l’organizzazione del lavoro nel settore scuola: le ore di lezione
frontali sono soltanto una parte dell’attività del docente che impiega
la propria professionalità anche in molteplici altre attività,
funzionali all’insegnamento.
L’aumento dell’orario di lavoro, inoltre, porterà i docenti a lavorare in un numero ancora maggiore di classi, determinando la spersonalizzazione della didattica
e l’allontanamento di questa dalle esigenze e dai bisogni del singolo
studente. Nell’art 3 comma 42 del DDL stabilità 2013 ciascun docente
potrà essere impegnato, nella scuola di titolarità, su spezzoni di 6 ore
di tutte le discipline per cui ha il titolo di studio per l’accesso
all’insegnamento e non solo su discipline per cui è abilitato, portando
così ad un’ulteriore dequalificazione dell’insegnamento, con danni alla preparazione culturale e professionale degli studenti.
Nondimeno, l’effetto di questa norma sarà devastante in termini sociali: se il nostro orario aumenterà di un terzo, una cattedra su quattro sarà assorbita da chi già lavora;
secondo alcune stime si perderanno circa 30 mila posti di lavoro di
docenti precari, le giovani generazioni che si asserisce di voler
sostenere nel loro percorso di inserimento professionale. L’art. 3 del
DDL di stabilità s’inquadra, quindi, nel complesso dei provvedimenti
che in anni recenti hanno investito la scuola: quasi 130.00 posti di
lavoro tagliati tra docenti e ATA; blocco dei salari; azzeramento dei
fondi per l’autonomia scolastica; dimezzamento del Fondo di Istituto;
annullamento del finanziamento per gli stages e le esperienze di
avviamento al lavoro degli studenti.
Gli aspetti culturali
che sottendono questo intervento del governo mettono in evidenza il
profondo disprezzo per il lavoro del docente, il cui spessore
intellettuale viene tralasciato a vantaggio degli aspetti quantitativi,
in ragione dei quali la trasmissione del sapere e lo sviluppo di
competenze sono ridotti ad un processo nozionistico e meccanicistico
Non meno scandalosi sono i capitoli che riguardano gli scatti di anzianità dei docenti (che, al contrario di quanto avvenuto in altre categorie del pubblico impiego, non sono riconosciuti) e l’impiego dei docenti inidonei nei ruoli ATA,
un provvedimento mortificante per chi già è in una situazione di
disagio e che inibirà, forse per sempre, l’immissione in ruolo dei
giovani colleghi del personale amministrativo, tecnico e ausiliario.
I docenti del
Liceo Cuoco di Napoli sosterranno una resistenza non violenta e
manterranno alta l’attenzione contro il ddl 953, contro l’articolo 3
della legge di stabilità 2013 e contro gli altri provvedimenti, e propongono le prime seguenti forme di protesta:
1. Sospensione da parte
dei docenti da tutte le attività aggiuntive, non obbligatorie (il
coordinamento, tutte le commissioni, tutti i comitati, tutti i gruppi di
lavoro)
2. Sospensione dalle
funzioni strumentali, eccezion fatta per la funzione orientamento in
ingresso e supporto al fiduciario della succursale, risorse fondamentali
per la scuola;
3. Sospensione delle
attività extrascolastiche (progetto Moby Dick, progetto Trinity, tutti
gli altri progetti compresi quelli finanziati su fondi europei, tutte le
uscite didattiche previste nei consigli di classe, tutti i viaggi di
istruzione, ecc.)
4. Comunicazione ai
partiti politici di non votare quegli esponenti che si assumono la
responsabilità di approvare l’art 3 del DDL stabilità 2013 che innalza a
24 ore l’orario di servizio dei docenti.
Saranno portate avanti
solo le attività per le quali è già stata impegnata una somma o per le
quali il docente ha apposto, in precedenza, una firma che costituisce
impegno e responsabilità economica personale (progetto Pirandello,
tableau vivant su Caravaggio, teatro in inglese; solo gli eventi già
pagati). Dati i tagli del FIS previsti dagli ultimi accordi, non
verranno effettuate attività che comportano spese gravanti sul fondo.
Per il mondo della
Scuola è questo il momento di cogliere questa occasione per una
battaglia culturale nel Paese con studenti e famiglie che faccia vera
informazione e riporti orgoglio e dignità all’insegnamento e alla Scuola
pubblica.
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