Laura Parisi
Sono una insegnante del Liceo Siotto, in occasione delle proteste
studentesche a seguito delle scelte politiche del governo che tagliano
le risorse e non riconoscono il lavoro del personale della scuola
pubblica, come si evince dalle ultime norme e proposte del ministero, ho
deciso di dare alla mia attività didattico educativa un taglio
politico di manifesta solidarietà nei confronti delle iniziative di
protesta studentesca...
La scelta consiste nel continuare a portare
avanti una prassi didattica che seguo da tempo, che si ispira alle norme
contenute nel DLvo n.297 e che consiste nel modulare la attività
didattica in base alle difficoltà che le alunne e alunni mostrano nel
seguire il programma anche riguardo
al
carico di lavoro a casa; ciò rende elastiche le decisioni su verifiche e
spiegazioni che vengono rimandate affinchè la classe possa dare il
meglio di sé.
In questa contingenza storica per favorire le
iniziative di protesta degli studenti, ho deciso di dare alle scelte
didattiche che ogni a.s. inserisco nella mia programmazione una
connotazione POLITICA.
Infatti ritengo che in questo momento le
scelte didattiche di altri docenti abbiano anche loro significati
politici ben precisi, cioè di fatto ostacolare le iniziative degli
studenti.
Un ulteriore significato emerge da tali scelte: essere
d’accordo con la politica governativa e non capire che se manca l’unità
all’interno delle componenti della scuola il fine della scuola pubblica è
destinato a snaturarsi.
Che la scuola sia sempre di più piegata alle leggi del mercato è cosa ormai chiara ai più.
Di recente l’esimio rettore prof. Settis della Normale di Pisa ha
esplicitato questo orientamento mettendone in evidenza i pericoli per la
società civile futura.
Voglio sottolineare che in molte scuole
d’Italia docenti e alunni stanno portando avanti azioni di protesta
congiuntamente senza preoccuparsi dei programmi e delle verifiche,
queste infatti troveranno il loro spazio perché sappiamo tutti che
dovremmo tornare in aula e svolgere il lavoro curriculare, ma l’ansia
con la quale viene vissuta la preoccupazione di non poter svolgere il
programma annienta lo spirito e le ragioni della protesta che non può
che essere manifestata nei modi della visibilità, trasgressione e della
permanenza nel tempo.
Sono una insegnante del Liceo Siotto, in occasione delle proteste
studentesche a seguito delle scelte politiche del governo che tagliano
le risorse e non riconoscono il lavoro del personale della scuola
pubblica, come si evince dalle ultime norme e proposte del ministero, ho
deciso di dare alla mia attività didattico educativa un taglio
politico di manifesta solidarietà nei confronti delle iniziative di
protesta studentesca...
La scelta consiste nel continuare a portare avanti una prassi didattica che seguo da tempo, che si ispira alle norme contenute nel DLvo n.297 e che consiste nel modulare la attività didattica in base alle difficoltà che le alunne e alunni mostrano nel seguire il programma anche riguardo
La scelta consiste nel continuare a portare avanti una prassi didattica che seguo da tempo, che si ispira alle norme contenute nel DLvo n.297 e che consiste nel modulare la attività didattica in base alle difficoltà che le alunne e alunni mostrano nel seguire il programma anche riguardo
al
carico di lavoro a casa; ciò rende elastiche le decisioni su verifiche e
spiegazioni che vengono rimandate affinchè la classe possa dare il
meglio di sé.
In questa contingenza storica per favorire le iniziative di protesta degli studenti, ho deciso di dare alle scelte didattiche che ogni a.s. inserisco nella mia programmazione una connotazione POLITICA.
Infatti ritengo che in questo momento le scelte didattiche di altri docenti abbiano anche loro significati politici ben precisi, cioè di fatto ostacolare le iniziative degli studenti.
Un ulteriore significato emerge da tali scelte: essere d’accordo con la politica governativa e non capire che se manca l’unità all’interno delle componenti della scuola il fine della scuola pubblica è destinato a snaturarsi.
Che la scuola sia sempre di più piegata alle leggi del mercato è cosa ormai chiara ai più.
Di recente l’esimio rettore prof. Settis della Normale di Pisa ha esplicitato questo orientamento mettendone in evidenza i pericoli per la società civile futura.
Voglio sottolineare che in molte scuole d’Italia docenti e alunni stanno portando avanti azioni di protesta congiuntamente senza preoccuparsi dei programmi e delle verifiche, queste infatti troveranno il loro spazio perché sappiamo tutti che dovremmo tornare in aula e svolgere il lavoro curriculare, ma l’ansia con la quale viene vissuta la preoccupazione di non poter svolgere il programma annienta lo spirito e le ragioni della protesta che non può che essere manifestata nei modi della visibilità, trasgressione e della permanenza nel tempo.
In questa contingenza storica per favorire le iniziative di protesta degli studenti, ho deciso di dare alle scelte didattiche che ogni a.s. inserisco nella mia programmazione una connotazione POLITICA.
Infatti ritengo che in questo momento le scelte didattiche di altri docenti abbiano anche loro significati politici ben precisi, cioè di fatto ostacolare le iniziative degli studenti.
Un ulteriore significato emerge da tali scelte: essere d’accordo con la politica governativa e non capire che se manca l’unità all’interno delle componenti della scuola il fine della scuola pubblica è destinato a snaturarsi.
Che la scuola sia sempre di più piegata alle leggi del mercato è cosa ormai chiara ai più.
Di recente l’esimio rettore prof. Settis della Normale di Pisa ha esplicitato questo orientamento mettendone in evidenza i pericoli per la società civile futura.
Voglio sottolineare che in molte scuole d’Italia docenti e alunni stanno portando avanti azioni di protesta congiuntamente senza preoccuparsi dei programmi e delle verifiche, queste infatti troveranno il loro spazio perché sappiamo tutti che dovremmo tornare in aula e svolgere il lavoro curriculare, ma l’ansia con la quale viene vissuta la preoccupazione di non poter svolgere il programma annienta lo spirito e le ragioni della protesta che non può che essere manifestata nei modi della visibilità, trasgressione e della permanenza nel tempo.
Nessun commento:
Posta un commento