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martedì 22 gennaio 2013

Lettera del Professionale Meucci di Cagliari al Ministro Profumo



Spett.le Ministro Profumo

Noi docenti dell'I.P.I.A. "A. Meucci" di Cagliari, consapevoli dell’importante lavoro che il suo ufficio è chiamato ad espletare, ci assumiamo l’impegno di far stare quel che abbiamo da dire nella misura di questa pagina. Dopo un breve dibattito fra noi insegnanti, siamo stati tutti concordi nello stabilire di riportare solo “fatti”, declinando la tentazione di riferire considerazioni e commenti che affidiamo, come naturale sintesi, alla sua lettura...

E’ un fatto che la scuola professionale nasceva dalle ceneri dell’avviamento professionale di gentiliana memoria, e che rispetto a questa ne sanava l’impianto classista.
E’ sempre un fatto che la cosiddetta “riforma Gelmini” nella nostra scuola, e nella stragrande maggioranza di quelle omologhe, dal suo esordio ha causato, già all’inizio del terzo anno scolastico una caduta verticale del numero di studenti iscritti: 450 su 1100.
E’ ancora un fatto che gli indirizzi meccanico, articolazione termico e operatore alle macchine utensili, ed elettrico, articolazioni elettrotecnico ed elettronico, profili e attività richieste dal mercato, sono state aboliti e sostituiti con quelli di “manutentore”, che nella genericità di profilo (non manutentore per specifiche attività) non trova corrispondenza nel mondo del lavoro, se non come operaio generico, e ancor meno risponde agli interessi degli studenti e delle famiglie.
A tal riferimento appare grottesco leggere sulle pagine dei giornali, o on-line, che fra i mestieri più ricercati figurano i tornitori (skuola.net) diplomati nel settore meccanico (più di 15000) elettrotecnico (più di 4000) (report sistema informativo Excelsior Unioncamere e Ministero del lavoro), e che fra le professioni del futuro sulle quali puntare nei momenti di crisi economica come quella contingente (Ministero del Lavoro), sono quelle di operatori Cad-Cam… esattamente ciò che facevamo precedentemente alla riforma.
Per stare all’interno della pagina ometteremo di dissertare, come meriterebbe, sulle classi di concorso “atipiche”, spina dorsale dell’impianto di riforma. Tali classi di concorso, istituite con la finalità precipua del risparmio economico, vedono confluire al loro interno le più diverse e disparate competenze, per concludere, ad esempio, che docenti di discipline elettriche, meccaniche, informatiche, possono insegnare tutti le stesse materie. Quanto professionalizzanti è facile immaginare, come è intuitivo capire che lo scopo sia stato quello di raccogliere classi di concorso in esubero e in esaurimento, così da non nominare supplenti e contestualmente ridurre il n umero dei docenti a disposizione.
Ora, avvertendo il rischio di potere andare oltre la pagina, ci chiediamo: possibile che nessuno dei nostri illuminati quadri dirigenti, che nessun politico, si sia pubblicamente interrogato sul ruolo sociale della scuola professionale? Che tipo di utenza accoglie, che prospettiva offre, e che tenuta sociale assicura?
Non avendo dati scientifici per poter argomentare con proprietà di senso sulla sorte dei nostri 450 ragazzi, studenti, non asettici numeri, ipotizzando in modo grossolano che un terzo di questi abbia ulteriormente incrementato la dispersione scolastica e che anche solo una minima parte di questi sia a rischio delinquenziale, come non porsi l’urgenza di rivisitare con maggiore attenzione e lungimiranza tutto l’impianto di riforma dell’istruzione professionale?



i Docenti del Meucci    

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