Spett.le Ministro Profumo
Noi docenti dell'I.P.I.A. "A. Meucci" di Cagliari,
consapevoli dell’importante lavoro che il suo ufficio è chiamato ad espletare,
ci assumiamo l’impegno di far stare quel che abbiamo da dire nella misura di
questa pagina. Dopo un breve dibattito fra noi insegnanti, siamo stati tutti
concordi nello stabilire di riportare solo “fatti”, declinando la tentazione di
riferire considerazioni e commenti che affidiamo, come naturale sintesi, alla
sua lettura...
E’ un fatto
che la scuola professionale nasceva dalle ceneri dell’avviamento professionale
di gentiliana memoria, e che rispetto a questa ne sanava l’impianto classista.
E’ sempre un
fatto che la cosiddetta “riforma Gelmini” nella nostra scuola, e nella
stragrande maggioranza di quelle omologhe, dal suo esordio ha causato, già
all’inizio del terzo anno scolastico una caduta verticale del numero di
studenti iscritti: 450 su 1100.
E’ ancora un
fatto che gli indirizzi meccanico, articolazione termico e operatore alle
macchine utensili, ed elettrico, articolazioni elettrotecnico ed elettronico,
profili e attività richieste dal mercato, sono state aboliti e sostituiti con
quelli di “manutentore”, che nella genericità di profilo (non manutentore per
specifiche attività) non trova corrispondenza nel mondo del lavoro, se non come
operaio generico, e ancor meno risponde agli interessi degli studenti e delle
famiglie.
A tal
riferimento appare grottesco leggere sulle pagine dei giornali, o on-line, che
fra i mestieri più ricercati figurano i tornitori (skuola.net) diplomati nel
settore meccanico (più di 15000) elettrotecnico (più di 4000) (report sistema
informativo Excelsior Unioncamere e Ministero del lavoro), e che fra le
professioni del futuro sulle quali puntare nei momenti di crisi economica come
quella contingente (Ministero del Lavoro), sono quelle di operatori Cad-Cam…
esattamente ciò che facevamo precedentemente alla riforma.
Per stare
all’interno della pagina ometteremo di dissertare, come meriterebbe, sulle
classi di concorso “atipiche”, spina dorsale dell’impianto di riforma. Tali
classi di concorso, istituite con la finalità precipua del risparmio economico,
vedono confluire al loro interno le più diverse e disparate competenze, per
concludere, ad esempio, che docenti di discipline elettriche, meccaniche,
informatiche, possono insegnare tutti le stesse materie. Quanto
professionalizzanti è facile immaginare, come è intuitivo capire che lo scopo
sia stato quello di raccogliere classi di concorso in esubero e in esaurimento,
così da non nominare supplenti e contestualmente ridurre il n umero dei docenti
a disposizione.
Ora,
avvertendo il rischio di potere andare oltre la pagina, ci chiediamo: possibile
che nessuno dei nostri illuminati quadri dirigenti, che nessun politico, si sia
pubblicamente interrogato sul ruolo sociale della scuola professionale? Che
tipo di utenza accoglie, che prospettiva offre, e che tenuta sociale assicura?
Non avendo
dati scientifici per poter argomentare con proprietà di senso sulla sorte dei
nostri 450 ragazzi, studenti, non asettici numeri, ipotizzando in modo
grossolano che un terzo di questi abbia ulteriormente incrementato la
dispersione scolastica e che anche solo una minima parte di questi sia a
rischio delinquenziale, come non porsi l’urgenza di rivisitare con maggiore
attenzione e lungimiranza tutto l’impianto di riforma dell’istruzione
professionale?
i Docenti del
Meucci
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