Il testo della mail di Amelia Marchi, del Coordinamento di Ferrara "La scuola è di tutti" alla redazione di Fahrenheit in risposta all'articolo di Salvo Intravaia su "Repubblica"
La "lettura" (che si testa negli OCSE-PISA: nei
test Invalsi si testa "italiano") consiste nel dimostrare di aver capito un certo testo attraverso una
serie di domande. "Lettura" e "testo" sono intesi in senso molto ampio: anche immagini (i graffiti
preistorici, ad es.), anche schede di geografia o geologia sono considerati
testi...
Nelle verifiche di italiano, immaginando che gli
insegnanti seguano, com'è ovvio, la falsariga delle prove che poi saranno
svolte all'esame di Stato (e se non lo fanno assegnano il classico tema, che è
lo stesso) si chiede ben altro: interpretazione, capacità critica, commenti
personali, costruzione di una struttura argomentativa: tutte cose che i test
PISA sulla "lettura" non testano (e che richiedono un maggiore livello di complessità). È una
cosa del tutto diversa, che accerta il possesso di capacità e competenze del
tutto diverse.
Per la cronaca: ogni test di valutazione, anche quelli
Invalsi, attesta che le ragazze vanno meglio in italiano (non è lo stesso in
matematica, ad esempio: non dappertutto nei test le ragazze vanno meglio); e ci
sono fior di indagini, ben più elaborate di quelle OCSE-PISA, che confermano
che il fattore familiare, cioè l'estrazione sociale, determina il successo
scolastico, e in Italia in modo più rilevante perché fuori dalla casa in cui si
abita ci sono meno librerie e meno biblioteche (cioè meno libri) che, poniamo,
in Inghilterra.
È incredibile, piuttosto, che Salvo Intravaia, che è
insegnante ed è un ottimo giornalista sulla scuola, riporti acriticamente
questa boiata.
Leggi l'articolo su REPUBBLICA
Nessun commento:
Posta un commento