CEntro Studi per la Scuola Pubblica
svalutazione e meritocrazia
Scuola, arriva il nuovo sistema di valutazione. Il Consiglio dei ministri ha pronunciato da alcuni giorni il si’ definitivo dopo i relativi passaggi in Parlamento e diversi mesi di gestazione. La riforma della valutazione arriva in applicazione al decreto sulle semplificazioni varato dal governo Monti nel 2012 fa e rimette mano alle procedure per dare le ’pagelle’ a scuole, insegnanti, presidi.
Sembrava impossibile che trovassero il coraggio politico di varare un
provvedimento così importante con un governo inesistente ...
E invece il
governo Monti l’8 marzo 2013 ha dato vita al SVN (Sistema Nazionale di
Valutazione), un sistema mai discusso all’interno delle scuole e anzi
bocciato da moltissimi collegi docenti quando fu proposto sotto forma di
sperimentazione; anche il Consiglio di Stato aveva dato un parere
fortemente critico, così come aveva fatto il CNPI. E invece la casta è
andata avanti incurante dell’opinione della società civile ed ha
partorito uno strumento coercitivo che diventerà centrale nella vita
delle scuole italiane, piegandole alla logica della scuola azienda. Una
logica della Qualità Totale (TQM), come se la scuola fosse una fabbrica
Toyota, che viene imposta a docenti, studenti e genitori senza che sia
stata posta la domanda
centrale: quali elementi rendono una scuola “migliore”? Solo dopo aver
risposto a questa complessa domanda si può procedere ad individuare gli
strumenti atti a misurare quegli elementi (sempre che essi si
configurino come misurabili). E invece il regolamento appena approvato
niente dice in merito a questa domanda preliminare e fondante, mettendo
in mani agli INVALSI l’individuazione dei criteri valoriali che
orienteranno l’azione quotidiana delle nostre scuole.
I test di valutazione degli apprendimenti degli studenti (Invalsi) si
’allargano’ e arrivano in quinta superiore. Le scuole dovranno
predisporre piani di miglioramento, una volta conosciuti i livelli delle
loro performance e dovranno autovalutarsi. E, soprattutto, per la prima
volta, l’Istituto di valutazione (Invalsi) analizzera’ il cosiddetto
valore aggiunto, ovvero il grado di miglioramento o peggioramento di uno
studente fra ingresso e uscita da una data scuola. Ecco
i punti centrali del regolamento. Il nuovo sistema si basera’ su tre
’gambe’, cosi’ come aveva gia’ proposto l’ex ministro Mariastella
Gelmini: l’Invalsi, l’Istituto che attualmente si occupa di rilevare gli
apprendimenti degli studenti, l’Indire (l’Istituto che segue la
formazione degli insegnanti), gli ispettori. Ruolo da protagoniste anche
per le scuole che saranno il punto di partenza del processo attraverso
procedure di autovalutazione.
Almeno ogni tre anni il ministro dell’Istruzione dovra’ indicare le
priorita’ "strategiche" della valutazione del sistema educativo di cui
l’Invalsi dovra’ tenere conto. Nella sede dell’Istituto verra’ insediata
(senza oneri aggiuntivi) una conferenza di coordinamento del nuovi
Sistema di valutazione PIU’ TEST PER TUTTI - Si allarga la mappa delle
classi toccate dai test di valutazione degli apprendimenti dei ragazzi.
Le rilevazioni saranno fatte su "base censuaria" in II e V elementare, I
e II media, II superiore come gia’ accade ora, ma si aggiunge la V
superiore.
Questa nuova modalità
di monitorare il percorso scolastico dovrebbe garantire – a detta degli
adetti ai lavori ministeriali – l’innalzamento della qualità della
didattica e degli apprendimenti, mentre la drammatica realtà è che
questo sistema di valutazione abbasserà rapidamente e con danni
irreparabili la qualità della scuola pubblica a tutto vantaggio di
quella privata, come come già accaduto nella scuola inglese e
statunitense.
In verità la valutazione deli apprendimenti, attraverso prove
standardizzate a quiz, impoverisce i percorsi didattici, riducendo
l’insegnamento alla preparazione propedeutica al superamento del quiz
valutativo, anche perché, purtroppo in base all’esito positivo, negativo
o brillante dei quiz stessi verrà stilata una graduatoria delle scuole
efficienti o meno, a cui riconoscere il premio economico dei fondi
ministeriali, stanziati all’uopo, anche perché, sulla base dei risultati
dagli studenti, verranno valutate le performance degli insegnanti in
servizio.
È, infatti, in gestazione da tempo la tripartizione del corpo
docente: iniziale, esperto, senior. Ai livelli successivi al primo si
accede a numero chiuso (su una percentuale dell’organico assegnata
annualmente dall’Amministrazione), previa valutazione, anche
comparativa, a domanda dell’interessato. Chi accede ad un livello
intermedio o superiore riceve una retribuzione sensibilmente piu’
elevata, ma si impegna parallelamente ad assicurare un certo numero di
ore per funzioni di sistema, che possono essere di natura didattica o
organizzativa.
Questa è la meritocrazia che sta entrando prepotentemente dentro la
scuola, accompagnata da sempre minor democrazia, per tutti studenti,
lavoratori e genitori, il colpo di mano di Profumo è un’accelerazione di
un percorso già tracciato, a cui con forza ci si è opposti nelle classi
e nelle piazze, e a cui possiamo ancora rispondere con la mobilitazione
e con il boicottaggio delle prove Invalsi in gestazione per il mese di
maggio.
Beppi Zambon
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