Rodotà: no alla scuola privata pagata dal pubblico
Il giurista ha ribadito la propria adesione convinta al referendum
contro i fondi comunali alle scuole paritarie promosso a Bologna.
Stefano Rodotà domani non potrà essere l'ospite tanto atteso
all'iniziativa dei referendari in programma a Bologna, ma fa comunque
arrivare un messaggio con cui intende «ribadire la mia adesione convinta
al referendum. Oggi più che mai dobbiamo riprendere il filo, spezzato
in questi anni, della politica costituzionale e della legalità che essa
esprime.Questo, davvero, è un punto non negoziabile, per due ragioni. La prima
riguarda la necessità di rispettare la chiarissima lettera della
Costituzione che parla di una scuola privata istituita "senza oneri per
lo Stato"».Inoltre, prosegue Rodotà nel messaggio inviato all'assemblea delle
scuole di Bologna, «bisogna anche ricordare - e questa è la seconda
considerazione - che sempre la Costituzione prevede che lo
Stato debba istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi. In
tempi di crisi, questa norma dovrebbe almeno imporre che le scarse
risorse disponibili siano in maniera assolutamente
prioritaria destinate alla scuola pubblica in modo di garantirne la
funzionalità. Non a caso, Piero Calamandrei definì la scuola pubblica
"organo costituzionale", individuando la linea dalla
quale non può allontanarsi nessuna istituzione dello Stato».
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