sabato 24 novembre 2012

DOCUMENTO DEI DOCENTI FIRMATARI DEL LICEO CLASSICO E LINGUISTICO “E. PIGA” DI VILLACIDRO


Noi sottoscritti firmatari, docenti del Liceo Classico e Linguistico “E. Piga” di Villacidro, esprimiamo profonda indignazione di fronte ai tentativi ministeriali di stravolgere struttura e regole poste a fonda­mento di un settore vitale per la società quale è l’istruzione.

Rigettiamo come irricevibile la proposta della “legge di stabilità”,
volta a estendere in maniera unilate­rale l’orario di lavoro dei docenti della scuola secondaria con un’operazione senza precedenti per metodo e contenuto che, negando la disciplina contrattuale, oltre a presentare profili di incostituzionalità, cela il chiaro obiettivo di svilire il ruolo sociale dell’insegnante pubblico.

Rinviamo al mittente le dichiarazioni intrise di superficiale populismo e disinformazione sul carico lavo­rativo dei docenti, nonostante i dati di segno opposto forniti dagli...
organismi internazionali, che quanti­ficano il servizio in aula dei docenti delle scuole secondarie italiane come maggiore di quello mediamente in vigore in Europa, con impegni interni ed esterni all’aula non inferiori a 1600 ore annuali, cui sommare altre attività pagate forfettariamente e in maniera spesso irrisoria rispetto all’impegno profuso.

Denunciamo ancora una volta come il salario non sia affatto corrispondente a quello dei nostri colleghi d’ oltralpe, mentre si sbandiera ai quattro venti la nostra adesione ai parametri europei.

Contestiamo quattro anni di blocco degli stipendi, senza più rinnovo contrattuale e l’abolizione ormai sine die degli scatti di anzianità.
Tutto ciò mentre gli investimenti per la scuola pubblica vengono tagliati di anno in anno e la spesa per alunno di scuola secondaria di secondo grado (9.076 €) risulta essere, in Italia, già dal 2009, al di sotto della media OCSE pari a 9.755 € e alla media EU21 di 9.666.

Riteniamo i contenuti del Ddl 953 appena licenziato dalla VII Commissione della Camera dei Deputati, lesivi dei diritti e dei principi costituzionalmente garantiti di libera espressione e di rappre­sentanza all’interno delle istituzioni scolastiche.

Esprimiamo dissenso per l’eliminazione di fatto e di diritto degli articoli del Testo Unico, posti a ga­ranzia della democratica partecipazione alla vita scolastica di tutte le componenti.

Contestiamo la proposta di statuti e regolamenti interni alle singole scuole esposti all’arbitrio dei pieni poteri della dirigenza e degli organi di indirizzo.

A noi appare quanto meno incredibile che al Consiglio dell’autonomia, che cela l’erosione di diritti e prerogative, venga garantita la possibilità di variare non solo lo statuto dell’istituzione scolastica, ma anche le modalità di elezione, sostituzione e designazione dei propri membri, oltreché il diritto di individuare i componenti del nucleo di autovalutazione. La designazione di personale esterno all’istituzione scolastica in tale organismo, con superficiale riferimento a competenze possedute, fornisce, di fatto, a personalità giuridiche estranee la possibilità di esprimersi indiscriminatamente sulla valutazione del sistema scolastico, senza nessun tipo di garanzia di neutralità reale e giuridicamente
esplicitata.

Inaccettabile appare l’integrabilità del Consiglio con figure esterne, che concederebbe potere di interfe­renza da parte di enti e forze esterne, autorizzate a indirizzare a proprio favore le attività didattiche di una scuola, nata per perseguire la formazione del cittadino più che per poco nobili finalità individuali.
Tali entità esterne all’interno dell’apparato scolastico, nella sua forma diffusa, porterebbero a limitare l’impar­zialità dell’ amministrazione e l’esclusività di servizio alla Nazione cui è tenuto il personale della scuola (artt. 97 e 98 della
Costituzione) e, in sostanza, alla riscrittura dello stesso dettato costituzionale.


Appare, altresì, grave il contenuto dell’art. 6, per mezzo del quale si delimita l’ambito di intervento del Consiglio dei docenti alla pura attività didattica, eliminando di diritto le residue possibilità di consul­tazione ed elezione. In realtà ogni singola espressione del Ddl 953 presenta attacchi alle prerogative democratiche previste per gli organi collegiali, divenuti ormai una delle ultime roccaforti dell’ esercizio della democrazia di base, verso cui tanto ostili oramai si mostrano i governanti del nostro Paese.

Riteniamo che l’ entità dell’attacco alla dignità dei docenti, al loro lavoro, al loro impegno professio­nale e umano, al di là di qualunque possibile rimozione delle norme contenute nella legge di stabilità, solo per il fatto di essere stato concepito in maniera frettolosa e superficiale, pubblicizzato in modo fin troppo tempestivo e altrettanto frettolosamente ritirato, rappresenti un atto offensivo che deve essere fermamente discusso e contestato.

L’intero impianto normativo, che tenta di smantellare le fondamenta stesse del diritto costituzionale a una educazione del cittadino libera, gratuita e statale, deve essere rigettato in toto.

Noi siamo fermamente convinti che il futuro di una società non risieda nella ridicola, generica e rapida approvazione di nuovi contenuti d’insegnamento dal vago sapore patriottico, quanto in una più tempestiva assunzione di provvedimenti seri, ponderati, condivisi con le varie professionalità qualificate del settore e di consistenti stanziamenti finalizzati al miglioramento della qualità di tutti gli strumenti necessari al progresso e alla crescita etica e culturale della Nazione, così come prospettata dai padri della Costituzione.

Ribadiamo a gran voce che la scuola è e deve rimanere fucina di idee, cultura, confronto democratico e non un arido luogo in cui piegare a interessi particolaristici e acritici gli strumenti del sapere.

Invitiamo, pertanto, docenti, dirigenti e lavoratori della Scuola ad unirsi a noi in ogni possibile e legale forma di protesta.

Aderiamo, dunque, allo stato di agitazione e invitiamo genitori, alunni e cittadini a sostenerci nella difesa della Scuola Statale dagli assalti condotti in nome di una miope politica economica e frutto di una cosciente azione di delegittimazione.

La nostra azione di protesta, ben lungi dal voler danneggiare la scuola, propone un rinnovamento culturale, affinché i cittadini tutti si riapproprino del valore fondante dell’istruzione pubblica, rifiu­tando categoricamente la trasformazione di essa in un puro diplomificio, mortificante per gli alunni, i genitori e gli operatori del settore.

I docenti firmatari, chiamati attraverso un referendum interno all’Istituto a pronunciarsi su una serie di quesiti relativi alle varie iniziative da adottare, manifestano la propria volontà - condivisa da ben oltre la metà dei colleghi interpellati – di dar vita a forme di protesta congiunte e alla pubblicizzazione e condivisione sul territorio dello stato di agitazione in corso.

Si sottolinea altresì che la partecipazione dei docenti a una qualsiasi delle azioni di seguito riportate è espressione della piena, convinta e sovrana libertà di scelta che promana da ogni singola coscienza deliberante.

·         Sospensione da parte dei docenti di tutte le attività aggiuntive, non obbligatorie (coordinatori di dipartimento, di classe, referenti di commissione, responsabili di laboratorio, ecc.)

·         Rifiuto dell’incarico fisso di verbalizzatore (turnazione delle verbalizzazioni)

·         Sospensioni delle funzioni strumentali

·         Blocco delle attività extrascolastiche (gite, viaggi di istruzione)

·         Sospensione progetti, attività di valorizzazione delle eccellenze, certificazioni.

·         Sospensione delle attività didattiche quali corsi di recupero,corsi integrativi, ecc.

·         Sospensione delle ore disponibili a pagamento per sostituire i colleghi assenti

·         Promozione di una rete di scuole sul territorio del Medio Campidano che vogliano im­pegnarsi in questa direzione

·         Attivazione di iniziative che coinvolgano studenti e genitori,distribuzione di materiale informativo ed esposizione di segni che rendano visibile la protesta

·         Monito alle diverse rappresentanze politiche che non saranno sostenuti quegli esponenti che si facessero carico della responsabilità di approvare l’art. 3 del DDL stabilità 2013 che innalza a 24 ore l’orario di servizio dei docenti

..seguono le firme


Villacidro, 19 novembre 2012

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