CASERTA - Anche gli insegnanti delle scuole medie superiori, dopo gli alunni che hanno protestato in massa lungo tutta la Penisola, decidono di mobilitarsi e lo fanno con azioni concrete e clamorose.
In particolare parte dal Liceo Armando Diaz di Caserta,
ma promette di diffondersi presto in molti altri istituti di Caserta e
provincia, una forma di protesta del corpo docenti che risulta
effettivamente (e finalmente) decisa e risoluta: praticamente tutti gli
insegnanti dello storico Liceo casertano, famoso per aver accolto
studenti come Francesco Piccolo e Roberto Saviano, hanno infatti deciso di abbandonare ufficialmente la propria iscrizione
ai rispettivi sindacati...
Le quote non saranno più pagate fin quando non
si registreranno azioni di contrasto credibili e forti nei confronti
della potente macchina demolitrice lanciata a folle velocità contro la
scuola pubblica italiana.
Un
gesto forte, un segnale di protesta concreta e potenzialmente molto
“contagiosa” che i docenti casertani hanno voluto lanciare sia al
governo tecnico ed ai suoi continui tagli, sia alle sigle sindacali
sempre più lontane e disinteressate alla tutela dei lavoratori. Entro il
prossimo sabato 15 dicembre, saranno raccolte tutte le firme dei
professori e delle professoresse che hanno deciso di aderire ma, come
detto, il sostegno dell’iniziativa e pressoché unanime.
Mai
come in questo caso, difatti, l’intero corpo docente si è mostrato
compatto ed unito nel manifestare il proprio malcontento e la propria
preoccupazione per il futuro dell’istruzione pubblica italiana. Come si
legge in un comunicato inviato alla nostra redazione, lo stato
d’agitazione e mobilitazione ruota intorno a contenuti quali le 24 ore,
lo sblocco del contratto
di lavoro e il riconoscimento degli aumenti automatici stipendiali
reali previsti dal CCNL, il concorso, le prove INVALSI, i tagli alla
scuola pubblica ed i contributi alle scuole private. Ma anche la “953”
(ora al Senato 3542) e gli scatti d’anzianità non più previsti.
I CINQUE PUNTI DELLA PROTESTA
Gli insegnanti del liceo Scientifico Armando Diaz di Caserta hanno quindi stilato un elenco di cinque azioni di protesta
1. Cancellazione dell’iscrizione ai sindacati
2. Astensione dall’effettuare ore eccedenti
3. Astensione dalla correzione prove invalsi
4. Astensione dall’accompagnare gli alunni in viaggi d’istruzione e visite guidate
5. Astensione dalle attività di sistema
(funzioni strumentali, coordinamento dei consigli di classe e dei
dipartimenti commissioni, responsabilità dei laboratori e dei progetti,
ecc.)
Cinque
punti; cinque iniziative conseguenza dell’estremo dissenso che mai come
in questo periodo storico straripa dai solitamente narcotizzati
ambienti pubblici. Chi bollava le manifestazioni studentesche come mero
quanto tradizionale vezzo festaiolo pre-natalizio, figlio di formule di
protesta vuote quanto sbiadite, resterà quasi sicuramente molto sorpreso
dall’espandersi di una nuova coscienza collettiva che dalle scuole del
Sud, del Centro e del Nord del paese promette di non dare tregua alle
oligarchie finanziarie ed al loro neoimperialismo che usa l’austerity al
posto delle bombe e lo spread come deterrente alla protesta pervicace e
coraggiosa.
I
docenti casertani hanno dunque dato il via, con la speranza di essere
seguiti da tanti altri colleghi e di scongiurare così le misure più
distruttive in seno all’attuale governo (che è bene ricordare non essere
stato eletto da nessun cittadino italiano), ad una forma di
mobilitazione che nel suo piccolo è senza dubbio rivoluzionaria. L'idea
di base è quella che, nel silenzio dei sindacati e dei partiti, i non
più rappresentati cittadini e lavoratori del Bel Paese devono
svegliarsi, informarsi, coordinarsi ed agire per impedire che i beni
pubblici dell’Italia finiscano nelle mani avide e ruvide di speculatori
nostrani ed stranieri.
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