Il
movimento delle scuole dello scorso autunno ha reclamato il diritto ad
un’istruzione di qualità per tutte e tutti, contrastando l’ennesimo progetto di
tagli alla scuola... attraverso l’aumento dell’orario di lavoro a parità di
salario, avanzato dal governo Monti e di aziendalizzazione degli istituti,
attraverso la cancellazione degli organi collegiali avanzata nel Ddl
Aprea-Ghizzoni. Il governo Monti e il parlamento uscente, sconfessato in
piazza e nelle scuole... da
milioni di insegnanti, studenti e cittadini, prova a far passare la
privatizzazione attraverso la discriminazione tra scuole più o meno meritevoli
di ricevere i finanziamenti pubblici, che secondo quanto previsto dalla legge
di stabilità dovrebbe essere applicata dal 2014.
La
scuola pubblica è un bene comune, che garantisce un diritto fondamentale,
proprio come lo sono la sanità pubblica e la gestione pubblica dell’acqua. Ci
sentiamo vicini alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità, come la scuola
tagliata e ridotta ai minimi termini, e alla cittadinanza che ha chiesto con
forza di ripubblicizzare la gestione del servizio idrico e che vede oggi
inattuato il risultato referendario. Chiediamo:
Il
rifinanziamento della scuola pubblica statale,
restituendo gli otto miliardi di euro indebitamente sottratti dal governo
Berlusconi e portando il finanziamento in linea con i paesi Ocse. Basta finanziamenti
alle scuole private! Questo consentirebbe di rilanciare la qualità
dell’istruzione pubblica, diminuendo il numero degli alunni per classe,
provvedendo agli interventi edilizi di messa in sicurezza e di adeguamento
dimensionale degli istituti, aumentando gli stipendi degli insegnanti e dei
lavoratori e garantendo l’accesso a percorsi di formazione permanente.
L’assunzione
dei precari a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti, ottemperando alla
normativa europea che impone la stabilizzazione dei lavoratori che lavorano da
oltre tre anni a tempo determinato nelle scuole.
Il
blocco dei progetti di privatizzazione e aziendalizzazione degli istituti scolastici, a partire dal
disegno di legge Aprea – Ghizzoni, per una scuola pubblica democratica, laica e
pluralista, che garantisca a tutte e tutti una formazione di base e
specialistica critica e indipendente dagli interessi del profitto privato.
La
disdetta del patto sulla produttività e la sua non applicazione al
pubblico impiego. Tale accordo scellerato è la via attraverso cui si vuole
reintrodurre quello che il movimento ha già rigettato, cioè l’aumento
dell’orario di lavoro a parità di salario.
L’abrogazione
dell’articolo 1, comma 149 della legge di stabilità che vorrebbe differenziare in base al
“merito” i finanziamenti alle scuole, lasciando ancora più indietro le
situazioni di disagio sociale, ed imponendo sistemi di valutazione che nulla
hanno a che vedere con il ruolo istituzionale della scuola pubblica.
Facciamo
appello alle organizzazioni sindacali che condividono la piattaforma,
all’intero mondo del lavoro e della cultura, alle studentesse e agli studenti,
ai lavoratori, le lavoratrici e gli utenti della Sanità pubblica, al Forum
italiano dei movimenti per l’acqua e alle/ai cittadini che hanno partecipato
alla vittoria referendaria, affinché convergano sulla manifestazione per farla
diventare una grande giornata di lotta unitaria in difesa dei beni comuni
fondamentali. Facciamo infine appello a tutte le forze politiche che hanno a
cuore la difesa e il rilancio della scuola pubblica statale come fulcro del
diritto costituzionale all’istruzione per tutte e per tutti, a sottoscrivere i
quattro punti di piattaforma della manifestazione e a parteciparvi.
Corteo
nazionale a Roma – 2 febbraio 2013, ore 14
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