MARIA MANTELLO –
Sul
sito del Ministero dell’Istruzione (MIUR) ci si imbatte in un riquadro
“Scuola in chiaro”, che dovrebbe aiutare a scegliere la scuola dove
iscriversi.
Una guida su tipologie per ogni ordine e grado d’istruzione, con
denominazioni, ubicazioni e relativi rimandi alle progettazioni
pedagogico-didattiche, ovvero a quei Piani dell’offerta formativa (Pof)
reperibili sui siti di ogni scuola da sempre. La
novità allora non sta nell’indicare le scuole (basterebbe il vecchio
caro elenco telefonico) né che cosa esse progettano. Tutto noto. Tutto
già super chiaro...
E allora? Eccola la novità. Navigando su “scuola in chiaro”, ci si
imbatte in tecnicistiche tabelle numeriche su abbandoni in corso d’anno e
bocciature degli studenti. E ancora su una serie di dati sul personale
delle statali. Così ad esempio sono indicate la media di età degli
insegnati, quante assenze per malattia fanno, la quantità di
pensionamenti, ecc. Numeri sparsi che non spiegano nulla (come noto i
dati vanno selezionati e interpretati), ma che innestano, così profusi,
solo tendenziose congetture.
Non è questa la sede per affrontare la complessa dinamica degli
abbandoni e delle ripetenze, su cui ogni scuola lavora anche
“riorientando” verso indirizzi più consoni a interessi e aspirazioni di
ogni studente.
Il Ministero stesso incentiva un tale impegno, tanto che ha creato
figure istituzionali in ogni scuola per l’orientamento scolastico.
Ma nel riquadro di “scuola in chiaro” compaiono solo numeri, che come
noto non sono indicatori di qualità in se stessi. Il prof. Profumo non
può non sapere che traslazioni tra quantità e qualità sono assai
pericolose, nel merito e nel metodo.
Allora certi nessi causali che parlano alla pulsionalità sembrano più
utili al gossip, ed evocano le tristi e ben note campagne berlusconiane
di denigrazione della scuola statale. Da Tremonti a Monti, sulla
diretta Gelmini-Profumo?
Questo colpo di coda il governo Monti se lo sarebbe potuto anche
risparmiare. Ma evidentemente è un vizio della destra populista – anche
se messa a loden – ricorrere a utili distrattori dalle sue
responsabilità governative per le politiche di anemizzazione della
scuola statale a vantaggio delle private. Quelle paritarie (potenza
delle parole!), che in violazione dell’art. 33 della Costituzione
ricevono fondi dello Stato e che su “scuola in chiaro” sono ancora una
volta assolte (vista la loro natura privatistica) dal dar conto sugli
stati di servizio dei loro dipendenti.
Tutto molto chiaro!
Maria Mantello
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